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7 ottobre 2019

La mia prima experience da “Live Like a Local”, non voluta e non cercata

7 ottobre 2019
Giuliano Piccoli

La mia prima experience da “Live Like a Local”, non voluta e non cercata

Avrò avuto vent’anni, prima mtb “seria", giravo solo la domenica mattina.
Ebbene sì, c’è stato un periodo nella mia vita, durato poco per fortuna, in cui la bici non la usavo.

Allenamento zero, ero reduce dagli interventi ai crociati (grazie a loro ho ricominciato a pedalare) ma con la testa (poca) che solo un ventenne ha, decisi di andare a trovare un amico in malga: Silvio al Cason di Lanza.
Contrariamente alla bici, lo sci non l’ho mai lasciato, nemmeno dopo le operazioni alle ginocchia, ero giovane e recuperai in un baleno. Proprio sugli sci avevo conosciuto Silvio, un carnico vero, duro ma dal cuore tenero, con il quale non era stato difficile diventare amici nonostante i tanti anni di differenza tra noi due.
Così una domenica mattina decisi assieme ad Eliano di andare a trovare Silvio in malga, ovviamente in bici.
Partimmo da Paularo e salimmo verso il passo senza sapere che cosa ci aspettasse. Non sapevamo nulla di quella salita: lunghezza, dislivello, pendenze. Eravamo completamente impreparati, infatti, la seconda parte la affrontammo per molti tratti a piedi.
Non voglio dilungarmi nel racconto dell’ascesa ma la mia memoria ricorda ogni singolo metro, ogni goccia di sudore, ogni preghiera…alla fine arrivammo e fu un trionfo.

Come spesso accade sui monti, il tempo mutò rapidamente, avevamo appena concluso il pranzo e stavamo per ripartire in sella per tornare a Paularo, quando un fulmine ci fece subito cambiare idea. Le due sale da pranzo si riempirono di gente, tutti a ripararsi dal fortunale che si stava abbattendo in Lanza.

E qui arriva la storia che vi voglio raccontare.
Silvio ci prese sottobraccio e ci invitò a seguirlo, cercando di dare rifugio a più gente possibile, ci portò in una stanza contigua alla stalla, dove i turisti non ci vanno perché è a uso e consumo dei pastori. Ci fece sedere attorno ad un tavolo con suo fratello e i suoi aiutanti, al profumo della cucina di Lucia si sostituì quello altrettanto buono della stalla: un profumo di siero, di formaggio, di mucca e di fumo.
Il caffè era sullo spolert, ce lo servirono con un goccio di grappa, quasi un rituale alla quale venimmo iniziati.
Sbirciammo dalla finestra, fuori imperversava la tempesta. Giocammo a carte aspettando che passasse.

Alla prima tregua, ricordo, partì il soccorso alpino a recuperare chi rimase incrodato in parete, sento ancora le imprecazioni di Silvio rivolte a quegli alpinisti partiti a suo dire troppo tardi per affrontare la ferrata.
Il temporale finalmente cessò e noi potemmo uscire dal nostro caldo rifugio, rifocillati nel corpo e nello spirito. Alla spicciolata uscivano anche gli avventori dell’agriturismo per rientrare a valle dopo la buriana. Ancora una volta Silvio si fece da mediatore e ci trovò un passaggio: l’asfalto scivoloso, il pericolo di nuove piogge e la nostra stanchezza ci fece accettare l’invito a salire su di una Regata SW di quelle che non se ne vedono più in giro, il cui proprietario era forse un amico alpinista di Silvio che ci caricò le bici con molta gentilezza e ci riaccompagnò a Paularo.

Questa è stata certamente la mia prima experience da Live Like a Local non voluta e non cercata ma straordinaria proprio per questa sua naturalezza, questa sua spontaneità, tanto da farmela ricordare ancora dopo tanti anni con un sorriso che mi si abbozza in viso e un cuore che riprende a palpitare, con la voglia di tornare presto tra i miei amati monti, tra quella gente che ti ospita in casa loro.
 
 
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Giuliano Piccoli

Ho 43 anni e sono nato e cresciuto nel Friuli collinare. Pedalo lungo tutta la regione concentrandomi principalmente sulla fascia alpina e prealpina orientale. Durante la stagione invernale mi dedico allo sci in pista e allo sci alpinismo.  Appassionato di storia regionale, seguo con molto interesse le vicende storiche ed artistiche delle zone meno conosciute del Friuli.

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