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9 luglio 2020
Antonella Astori

Cime inusuali

Mi piacciono molto le cime inusuali. Quelle che, per raggiungerle, il sentiero lo devi cercare, intuire, scovare tra brandelli di una traccia obliterata dalla vegetazione o da piccoli smottamenti del terreno. A volte le confondi con le esili piste create dagli animali selvatici per raggiungere i loro luoghi di abbeveramento e di riposo.
Il Monte Gola, a Collina di Forni Avoltri, è una di queste. Sul lungo crinale che da Forcella Plumbs conduce alla cima, il franamento delle postazioni belliche della Prima guerra mondiale ha creato insidie nascoste sotto a rododendri e giovani ontani.
La cima non è segnalata dalla solita croce ma da un rudimentale palo, un sottile tronco di conifera con ancora la corteccia, sulla sua cima sventola non una bandiera ma un drappo arancione fluo. Ci sono anche tre mezzi tronchi a fare da panchine da cui ammirare l'ampio panorama. Se il cielo è terso, guardando a ovest si arriva alle Dolomiti: Antelao, Pelmo, Tre Cime di Lavaredo, volgendo invece lo sguardo a nord, oltre il Passo Volaia, ci si addentra in Austria e in lontananza si notano le cime innevate dei Tauri.
Siamo soli quassù, ci mangiamo il nostro panino e sorseggiamo la nostra birra guardando in basso le formiche umane che affollano i sentieri verso i rifugi. E restiamo in silenzio a guardare, come fanno gli animali selvatici. E noi due, un po' tali, in effetti, lo siamo.

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Antonella Astori

Vivo a Padova dal 2001 ma sono cresciuta tra Tolmezzo e Collina di Forni. Salgo le montagne da sempre, con gli scarponi, con gli sci, con le ciaspe o in mountain-bike. Sono laureata in Geologia e dal 2012 faccio la guida naturalistico-ambientale presso l’Orto Botanico di Padova.
 

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