Pochi chilometri a nord di
Gorizia si trova il Parco della Pace del Monte Sabotino (Sabotin Park Miru in sloveno), un
museo all'aperto transfrontaliero tra Italia e Slovenia. L'itinerario conduce alla scoperta della
seconda linea difensiva austro-ungarica conquistata dalla Seconda Armata italiana il 6 agosto 1916 durante la
Sesta Battaglia dell'Isonzo.
Con i suoi 609 metri il Sabotino domina parte della pianura isontina, del Collio, un tratto della Valle dell'Isonzo e permette di controllare dall'alto Gorizia, la città che durante la Grande Guerra, proprio da questa vetta fu strenuamente difesa. Diversi assalti nel primo anno di guerra fallirono con un grande dispendio di uomini ed energie fino a quando tre battaglioni italiani riuscirono ad allontanare le truppe dalmate con una spettacolare azione durata meno di un'ora.
La teleferica ricostruita sul lato est del Monte Sabotino. Sullo sfondo si intravedono le baracche dei soldati, anch'esse ricostruite.
Il punto di partenza dell'escursione non si trova in territorio italiano ma a circa due chilometri ad est del paese di Gonjače, nel Comune di Collio (Brda in sloveno). L'entrata è ben riconoscibile per la presenza di una piramide di pietra, simbolo dell'intero Parco della Pace. Da qui si prosegue per 7 chilometri lungo una strada in mezzo alla vegetazione carsica e dove sono visibili due delle tre piramidi poste nel punto di partenza degli attacchi italiani alla cima durante la Sesta Battaglia dell'Isonzo.
Alla fine la rotabile si trasforma in un ampio parcheggio da cui si raggiunge, in meno di 5 minuti, il rifugio del Monte Sabotino. L'edificio, che oggi funge da punto informazioni, da ristoro e da piccolo museo, fino al 1945 fu l'alloggio del custode riconvertito poi in caserma delle guardie di confine della Jugoslavia. Da qui si dipanano diversi sentieri (tutti chiaramente indicati): quello a sinistra conduce, attraverso una trincea, alla caverna delle 8 cannoniere mentre quello alle spalle del rifugio porta all'articolato sistema di gallerie su più piani, costruito dagli austro-ungarici e successivamente migliorato dagli italiani.
Tornati sui propri passi si prende un terzo sentiero, molto semplice, che parte sulla destra del rifugio e che conduce in circa mezz'ora direttamente alla cima (Quota 609). Lungo la panoramica cresta si possono notare i diversi lavori di trinceramento, gli osservatori italiani ed austro-ungarici e le postazioni per cannoni. Poco dopo si giunge in cima da dove si può godere del bellissimo panorama sia verso il Monte Santo che su Gorizia, il Monte Calvario e l'Ossario di Oslavia.
Continuando ancora per qualche minuto, è possibile raggiungere la caverna dell'8^ divisione italiana e poi scendere verso la Quota di San Valentino (538 metri s.l.m.), sede di un eremo costruito tra il 1500 ed il 1700. Oggi, curiosamente, questi resti sono divisi dal confine con la chiesa in territorio sloveno mentre gli edifici del soggiorno e le fattorie si trovano su quello italiano.
Il Cippo di Quota 600 lungo il crinale del Sabotino, esattamente al confine tra Italia e Slovenia. Sullo sfondo, il Collio Friulano.
Per tornare al parcheggio, è necessario ripercorrere lo stesso percorso che riporta al Museo/Rifugio.
Nella stagione invernale, quando la vegetazione è molto bassa, si può in alternativa seguire una traccia che dalla cima scende lungo il versante italiano, svoltando al primo bivio a destra e proseguendo fino al Museo.
IN ALTERNATIVA
Per chi volesse salire sul Monte Sabotino a piedi, ci sono diverse possibilità. Una di queste ha come punto di partenza la piccola località di Groppai, sulle colline a nord di Gorizia. Dalla stradina che corre parallela alla "strada di Osimo", si sale seguendo la vecchia strada militare del Sabotino, proseguendo poi lungo una traccia sterrata che si incontra al 5° tornante. In breve ci si ricollega alla strada asfaltata precedentemente descritta che a sinistra porta in 10 minuti al Museo/Rifugio.