Cesare Battisti (Trento 1875 - 1916) fu un volontario irredento trentino durante la Grande Guerra. Nato da una famiglia di origini italiane, Cesare frequentò inizialmente il liceo cittadino e successivamente quello di Graz dove si avvicinò ai primi movimenti marxisti di fine secolo. Nel 1893 decise di abbandonare l'Austria-Ungheria e di trasferirsi a Firenze dove si laureò prima in lettere e successivamente in geografia con una tesi dedicata alla geografia fisica e all'antropologia del Trentino. Nonostante non si trovasse nella sua città, Battisti continuò a seguire anche in questo periodo il movimento irredentista che rivendicava un'università italiana a Trento.
Antonio Bergamas (Gradisca d'Isonzo 1891 - Tonezza del Cimone 1916) fu un militare volontario irredento durante la Grande Guerra. Nato a Gradisca d'Isonzo da una famiglia di sentimenti italiani, si trasferì da bambino a Trieste e poi a Capodistria dove frequentò le Scuole Magistrali. Fu un ammiratore di Mazzini, degli ideali repubblicani, del primo futurismo e dell'irredentismo. Il 3 ottobre 1914 varcò la frontiera a Cormons trasferendosi prima a Roma e poi a Venezia. Protagonista in alcune manifestazioni interventiste, Bergamas scelse di arruolarsi come fante nella Brigata Re nel maggio del 1915. Nell'estate dello stesso anno partecipò ad un concorso a Cormons per essere ammesso alla Scuola Militare di Modena ma venne respinto per aver scritto un tema ritenuto dagli esaminatori troppo ironico e sovversivo. Data però la penuria di ufficiali dell'esercito italiano, nei mesi successivi riuscì comunque a partecipare al corso diventando sottotenente della Brigata Barletta con cui combatté sul Monte Sei Busi e nella zona di Castelnuovo.
Filippo Corridoni (Corridonia 1887 - San Martino del Carso, Sagrado 1915) fu un sindacalista italiano e volontario durante la Grande Guerra. Completati gli studi tecnici, si trasferì a Milano nel 1905 dove iniziò ad entrare in contatto con gli ambienti sindacalisti e socialisti rivoluzionari. Scrisse numerosi articoli in favore dei lavoratori, sulle organizzazioni sindacali, sui concetti rivoluzionari e sull'anticlericalismo. Nonostante la giovane età, divenne da subito molto famoso: fu un eccellente oratore, dotato di impulsività, generosità ed intransigenza. Nel 1912 fu uno dei maggiori artefici della scissione con la CGdL (la "madre" della CGIL) e fondò l'Unione Sindacale Italiana (USI), concentrandosi poi nella creazione dell'USM (Unione Sindacale Milanese).
Gabriele D'Annunzio (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938) fu uno scrittore italiano e volontario durante la Grande Guerra. Famoso in tutti gli ambienti culturali europei, fu un deputato della Destra Storica e nel 1910 sostenne il progetto dell'Associazione Nazionalista Italiana. Quando scoppiò la Grande Guerra in Europa, D'Annunzio si schierò immediatamente a favore dell'intervento rifacendosi nei suoi celebri discorsi ai miti risorgimentali. Fu proprio uno di questi interventi, al porto di Quarto, a scatenare il "maggio radioso" del 1915 ed a spingere alla mobilitazione generale gli interventisti.
Maria Plozner Mentil (Timau, Paluzza 1884 - 1916) fu una portatrice carnica durante la Grande Guerra. Rimasta sola con i suoi quattro figli (il marito venne mandato a combattere sul Carso), si ritrovò a vivere in mezzo ai soldati dato che le montagne che circondano il suo paesino, Timau, furono trasformate in campi di battaglia. Nonostante una situazione non facile, rispose come molte altre donne del luogo all'appello fatto dell'esercito che richiedeva dei volontari per trasportare i rifornimenti dalle retrovie alla prima linea. Nacquero le portatrici carniche che con le loro pesanti gerle (riempite con vettovaglie, armi e munizioni) ogni giorno salivano a piedi lungo i versanti del Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel, Cima Avostanis e Passo Pramosio.
Antonio Sant'Elia (Como 1888 - Monfalcone 1916) fu un architetto e volontario italiano durante la Grande Guerra. Appassionato di disegno e architettura sin da ragazzo, si diplomò nel 1906 alla scuola milanese di "Belle Arti e Mestieri" ed iniziò a lavorare nella città lombarda per la gestione del Canale Villoresi. Tre anni più tardi, dopo aver presentato diversi progetti, decise di iscriversi all'Accademia di Brera, abbandonandola però l'anno successivo.
Nel frattempo Sant'Elia iniziò a frequentare diversi circoli e caffè culturali di Milano, entrando in contatto con i maggiori rappresentanti del futurismo. Conobbe Fontana, Carlo Carrà e soprattutto lo scultore Umberto Boccioni. Iniziò quindi ad elaborare un proprio progetto di trasformazione degli stili architettonici in modo da privilegiare la funzionalità alla bellezza. Tre anni più tardi le sue idee videro la luce nella famosa "Città Nuova", una serie di tavole per la creazione di un centro urbano moderno comprendente stazione dei treni, un aeroporto e una centrale elettrica. Nel luglio 1914, influenzato dal "Manifesto Futurista" scritto da Marinetti nel 1909, pubblicò il "Manifesto dell'Architettura Futurista".
Nazario Sauro (Capodistria 1880 - Pola 1916) fu un militare volontario irredento durante la Grande Guerra. Nato in Istria da una famiglia italiana, Nazario divenne marinaio e all'età di 20 anni era già ufficiale della Marina austro-ungarica. Ciononostante fu un convinto sostenitore dell'idea mazziniana dell'indipendenza dei popoli e mal sopportava la presenza dell'Impero asburgico in quelle che lui riteneva essere terre italiane. Quando l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia si trasferì a Venezia sostenendo la causa interventista.
Il 23 maggio 1915 si arruolò come volontario nella Marina italiana con i gradi di tenente di vascello e partecipò ad oltre 50 azioni a bordo dei sommergibili nel Mare Adriatico.
Scipio Slataper (Trieste 1888 - Monte Calvario, Gorizia1915) fu uno scrittore triestino e volontarioirredento durante la Grande Guerra. Nato nella città giuliana, all'epoca importante porto e centro commerciale dell'Impero d'Austria-Ungheria, si trasferì da ragazzo a Firenze dove si laureò in Lettere e collaborò con la rivista culturale "La Voce". Nel 1912 fu pubblicata la sua celebre opera "Il mio Carso" in cui l'autore, con frequenti riferimenti autobiografici, descrive la cultura della sua terra e ragiona sull'irredentismo, movimento che lo coinvolge in prima persona.
Carlo Stuparich (Trieste 1894 - Monte Cengio 1916) fu uno scrittore triestino e volontario irredentodurante la Grande Guerra. Nato da madre italiana e padre originario di Lussino (oggi in Croazia), frequentò le scuole nella sua città natale e nel 1913 si trasferì a Firenze dove si trovava già suo fratello, Giani, e l'amico Scipio Slataper. Grandissimo appassionato di letteratura, si iscrisse all'Istituto di Studi Superiori ed iniziò a collaborare con la celebre rivista "La Voce".
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia nella Grande Guerra decise di arruolarsi come volontario irredento, entrando così a far parte del I° Reggimento dei Granatieri di Sardegna come ufficiale. Combatté assieme al fratello nel Carso isontino fino alla primavera del 1916 quando, con la Strafexpedition, venne inviato sull'Altopiano di Asiago.
Enrico Toti (Roma 1882 - Monfalcone 1916) fu un volontario dell'esercito italiano nella Grande Guerra. All'età di 15 anni si imbarcò come mozzo in diverse navi italiane passando successivamente (nel 1905) a lavorare come fuochista per le ferrovie italiane. Tre anni dopo un tragico incidente con una locomotiva gli fece perdere la gamba sinistra e il posto di lavoro. Nonostante la grave menomazione, Toti non si perse d'animo e compì alcuni viaggi incredibili con la propria bicicletta: nel 1911 partì alla volta di Parigi e poi proseguì fino in Lapponia, Russia e Polonia ritornando a Roma nel giugno 1912. Sei mesi dopo affrontò un secondo viaggio raggiungendo, sempre con la sua inseparabile bici, Alessandria d'Egitto e il confine con il Sudan.
Tornato a Roma, venne assunto in un'industria per la lavorazione del legno. Oltre alla passione per i viaggi ed alla grande volontà d'animo, nutriva forti sentimenti patriottici.
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto 1888 - Roma 1970) fu un poeta italiano e volontario nella Grande Guerra. Nato in Egitto da genitori italiani, Ungaretti frequentò la prestigiosa scuola svizzera di Alessandria spostandosi successivamente a Parigi dove entrò in contatto con il mondo della letteratura, dell'arte e della poesia. Divenne amico di Guillaume Apollinaire e conobbe tra gli altri Pablo Picasso, Aldo Palazzeschi e Giorgio De Chirico. Collaborò con la rivista "Lacerba" fino al 1914, anno in cui decise di ritornare in Italia dove sostenne le politiche interventiste. Partecipò a diverse riunioni e manifestazioni e conobbe Benito Mussolini. L'anno successivo il Governo Salandra ufficializzò la guerra contro l'Austria-Ungheria e il poeta decise di arruolarsi come soldato semplice. La prima domanda venne rifiutata perché troppo anziano ma alla fine dell'anno, vista la necessità di uomini, fu accettata.
Ungaretti non si rese protagonista di azioni eroiche ma grazie alla sua poesia ha lasciato alcune delle pagine più toccanti della Grande Guerra.