Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto 1888 - Roma 1970) fu un
poeta italiano e
volontarionella Grande Guerra. Nato in Egitto da genitori italiani, Ungaretti frequentò la prestigiosa scuola svizzera di Alessandria spostandosi successivamente a Parigi dove entrò in contatto con il mondo della letteratura, dell'arte e della poesia. Divenne amico di
Guillaume Apollinaire e conobbe tra gli altri
Pablo Picasso,
Aldo Palazzeschi e
Giorgio De Chirico. Collaborò con la rivista "Lacerba" fino al 1914, anno in cui decise di ritornare in Italia dove sostenne le
politiche interventiste. Partecipò a diverse riunioni e manifestazioni e conobbe Benito Mussolini. L'anno successivo il Governo Salandra
ufficializzò la guerra contro l'Austria-Ungheria e il poeta decise di
arruolarsi come
soldato semplice. La prima domanda venne rifiutata perché troppo anziano ma alla fine dell'anno, vista la necessità di uomini, fu accettata.
Ungaretti non si rese protagonista di azioni eroiche ma grazie alla sua poesia ha lasciato alcune delle
pagine più toccanti della Grande Guerra. Abbandonati i sentimenti nazionalisti che lo avevano mosso fino a qualche mese prima, egli "prese coscienza della condizione umana, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell'estrema precarietà della loro condizione." (Mark Thompson, "La Guerra Bianca", Il Saggiatore, Milano, 2009, p. 200). Durante il riposo, in mezzo alle
trincee del
Monte San Michele o nelle
retrovie della
pianura friulana, iniziò a scrivere una sorta di
diario in forma di poesia, composte da poche ma significative parole accompagnate da una data e da un luogo. Il suo amico (e poeta) Ettore Serra lo convinse a farsi consegnare i foglietti dove annotava questi suoi pensieri e nel 1916 ne fece stampare 80 copie intitolate
"Il Porto Sepolto". Al suo interno si potevano leggere 29 poesie, alcune divenute poi famosissime come
"Fratelli" oppure
"San Martino del Carso". La maggior parte furono scritte a
Mariano del Friuli, a Versa (frazione di
Romans d'Isonzo) e nel
Valloncello di Cima 4, sul
Monte San Michele.
Dopo aver trascorso quasi due anni sul fronte carsico, la
Ritirata di Caporetto condusse Ungaretti in Francia. Gli accordi con la Triplice Intesa infatti prevedevano l'invio di un contingente italiano sul fronte occidentale, ad est di Parigi.
Al termine della Grande Guerra, il poeta rimase a Parigi dove curò una seconda edizione de "Il Porto Sepolto", intitolata
"L'allegria dei naufragi" e stampata a Firenze nel 1919. Alle prime poesie se ne aggiunsero altre, composte tutte nel 1917, tra cui la famosissima
"Mattina"(composta da sette sillabe:
"M'illumino d'immenso"), scritta a
Santa Maria la Longa.
Oggi è possibile ripercorrere alcuni dei
luoghi che
ispirarono la poetica di Ungaretti visitando ad esempio il
Museo all'aperto del Monte San Michele, il paese di
San Martino del Carso e il vicino
Parco Ungaretti. La sua figura è anche ricordata a Santa Maria la Longa dove si può ammirare un
monumento ispirato alla poesia "Mattino".