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Carlo Stuparich

I principali volontari italiani della Grande Guerra

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Carlo Stuparich (Trieste 1894 - Monte Cengio 1916) fu uno scrittore triestino e volontario irredentodurante la Grande Guerra. Nato da madre italiana e padre originario di Lussino (oggi in Croazia), frequentò le scuole nella sua città natale e nel 1913 si trasferì a Firenze dove si trovava già suo fratello, Giani, e l'amico Scipio Slataper. Grandissimo appassionato di letteratura, si iscrisse all'Istituto di Studi Superiori ed iniziò a collaborare con la celebre rivista "La Voce".
immagine e didascalia
Carlo Stuparich (Trieste 1894 - Monte Cengio 1916)
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia nella Grande Guerra decise di arruolarsi come volontario irredento, entrando così a far parte del I° Reggimento dei Granatieri di Sardegna come ufficiale. Combatté assieme al fratello nel Carso isontino fino alla primavera del 1916 quando, con la Strafexpedition, venne inviato sull'Altopiano di Asiago.
Il 21 maggio 1916 il suo reggimento si diresse verso il Monte Cengio, non lontano da Tonezza del Cimone. Il 29 gli austro-ungarici, superiori per numero e armi, occuparono la vicina Punta Corbin. La mattina del 30 Carlo fu tra i soldati che tentarono la sua riconquista ma dopo 4 ore di battaglia il suo plotone venne spazzato via. Rimasto in una posizione isolata, dietro ad un masso decise di togliersi la vita per non cadere prigioniero (essendo cittadino asburgico, la pena sarebbe stata la morte).
Per questo gesto Carlo Stuparich ricevette, nel 1918, la medaglia d'oro al Valor Militare. L'anno seguente, Giani raccolse i brevi scritti lasciati dal giovane fratello e li pubblicò in quella che resta la sua unica ma importantissima opera, "Cose e ombre di uno".

Oggi è possibile visitare i luoghi dove Carlo Stuparich ha combattuto: tra tutti, spiccano il Parco della Pace del Monte Sabotino, il Museo all'aperto del Monte San Michele e il Parco Tematico della Grande Guerra di Monfalcone. A Trieste poi, all'interno del cimitero di Sant'Anna, è possibile rendere omaggio alla tomba Stuparich, voluta nel 1929 da Giani.
  
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