
“Say cheese!” sull'Altopiano del Montasio

Pedalando nel bosco di pini tra Aurisina e Santa Croce, scorgerai pian piano una torre cilindrica in pietra: si tratta della Vedetta Liburnia.
Eretta negli anni 1854-1856 su progetto dell’ingegnere viennese Karl Junker (lo stesso del castello di Miramare), faceva parte dell’Acquedotto di Aurisina, ideato per sfruttare le polle (vene d’acqua nel punto in cui sgorgano in superficie) e rifornire Trieste usando la rivoluzionaria tecnologia del vapore.
Nello stesso periodo veniva completato il tratto della ferrovia Meridionale che passa per la vicina stazione di Aurisina e serviva acqua per alimentare le locomotive a vapore. Il problema fu risolto nel 1858, quando la società Sudbahn (che gestiva la ferrovia) acquistò dalla Società dell’Acquedotto di Aurisina i macchinari e la gestione delle sorgenti, con la clausola che l’acqua in eccesso sarebbe andata a Trieste.
Con il passare degli anni la condotta divenne obsoleta e cadde in disuso. La torre, alta 18 metri e situata a 178 metri s.l.m., fu restaurata nel 1985 dalla ditta “Innocente e Stipanovich” su commissione della sezione CAI
di Fiume, che festeggiava il proprio centenario. Furono consolidate le mura, rimosse le macchine a vapore e costruita una scala metallica che porta all'ultimo piano dove si trova la terrazza panoramica, al momento non accessibile.
Sempre nel territorio di Aurisina si trova la seconda torre piezometrica, che fa parte dell'Acquedotto Randaccio, tuttora in funzione, costruito nel 1929 dal regime fascista (e modernizzato successivamente) per sopperire alle difficoltà dell'Acquedotto di Aurisina ed eliminare il problema dell'approvvigionamento idrico di Trieste.
Questa torre cilindrica, esempio standardizzato dell’architettura del periodo, si trova sul ciglione carsico ed è visibile dalla baia di Sistiana.
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