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15 marzo 2018

Sci alpinismo sul Lussari, il Sentiero del Pellegrino

15 marzo 2018
Giuliano Piccoli

Sci alpinismo sul Lussari, il Sentiero del Pellegrino

Domenica mattina presto, dopo una bella nevicata, decido di salire sul Monte Santo di Lussari e all’omonimo incantevole borgo, quando ancora tutto è avvolto dalla nebbia e dal silenzio. Gli sci sono pronti e parto, la salita è subito dura ma non è mai tecnicamente difficile sicché anche uno scialpinista alle prime armi può affrontarla. Alle 7 del mattino pochi temerari si avventurano su questo sentiero, per lo più austriaci. Siamo a pochi Kilometri dai tre confini (Italia, Austria e Slovenia), 100 anni fa si combatteva tra vicini di casa, ora si sale in compagnia e ci riteniamo fortunati di poter assimilare facilmente le tre maggiori culture europee (latina, germanica e slava) così vicine in questo luogo.

Il bosco è carico di neve, la fatica non si sente, io sono rapito dal bianco candore che mi circonda. Circa a un terzo della salita cominciano le edicole votive della Via Crucis, buon riferimento per capire quanto manca alla meta. Intanto le nuvole le ho lasciate alle basse quote e il cielo si colora di un blu intenso. Sono solo, c'è chi si è staccato, c'è chi mi ha staccato ma non è una gara, il pellegrinaggio è così: a volte condividi la fatica, altre volte devi lottare in solitudine, che poi, a guardarsi attorno, soli non si è mai! A due terzi di salita si passa sotto ad una seggiovia, l'impianto è ancora chiuso, è ancora presto.

All’unico bivio si svolta a destra (continuando sul tracciato principale si raggiunge Malga Lussari) e si sale sempre su comodo sentiero sulla dorsale del monte Prasnig, il panorama comincia ad aprirsi, la Cima del Cacciatore alla mia sinistra e di spalle il Mangart, impossibile non fermarsi ad ammirare tali bellezze, si incrocia nuovamente la seggiovia, ancora alcuni tornanti e la fatica ormai volge al termine, un bel tratto pianeggiante mi porta verso il traverso che guarda alla Val Saisera: siamo sullo spartiacque, avanti a me le acque raggiungeranno dopo poco più di 150Km il Mare Adriatico mentre a Est, dietro a me, dopo un percorso ben più lungo che le porteranno a confluire nel Danubio, raggiungeranno il Mar Nero. La maestosità del gruppo dello Jôf Fuart e dello Jôf di Montasio toglie il respiro, penso a Kugy e alle dolci parole da lui dedicate a quei monti.

Siamo ormai in vista del Borgo, ancora un piccolo sforzo, due minuti di spinta per giungere sulla cima che sovrasta il Santuario. Un panorama che ci porta lontano a Nord verso la meravigliosa Carinzia e a Ovest verso la Val Canale, le Alpi Carniche e le Dolomiti. La grande muraglia delle Alpi Giulie ci chiude a Sud, ma è una chiusura che sa di libertà, la libertà che queste montagne ti fanno scorrere nelle vene e che ti richiama a loro per assaporarne il caldo abbraccio. Tempo di togliere le pelli, scendere verso uno dei tanti rifugi aperti per fare colazione e raggiungere attraverso la mitica pista Di Prampero" il punto di partenza.

L'itinerario è considerato facile (per la parte tecnica, mentre richiede una buona preparazione fisica) e privo di rischi, ma in montagna (come anche in mare) il rischio zero non esiste, informarsi sempre prima di partire leggendo il bollettino valanghe e non avventurarsi se le autorità preposte chiudono il sentiero (dopo abbondanti nevicate può staccarsi qualche valanga che interessa parzialmente il percorso) e valutare le proprie capacità di resistenza poiché se si finiscono le energie non è agevole rientrare dal “Pellegrino” con gli sci viste le tante persone che quotidianamente vi salgono.

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Giuliano Piccoli

Ho 43 anni e sono nato e cresciuto nel Friuli collinare. Pedalo lungo tutta la regione concentrandomi principalmente sulla fascia alpina e prealpina orientale. Durante la stagione invernale mi dedico allo sci in pista e allo sci alpinismo.  Appassionato di storia regionale, seguo con molto interesse le vicende storiche ed artistiche delle zone meno conosciute del Friuli.

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