Gaetano Giardino (Montemagno 1864 - Torino 1935) fu un generale italiano durante la Grande Guerra. Non ancora maggiorenne entrò all'Accademia militare iniziando una lunga carriera ai vertici dell'esercito. Dopo aver combattuto in Africa orientale (1889-1894), tornò in Italia con i gradi di capitano: frequentò la Scuola di Guerra ed entrò a far parte dello Stato Maggiore nel 1898. Fu un esperto di tattiche e tecniche militari nonché di guerre coloniali tanto che scrisse nei primi anni del XX secolo il "Regolamento per l'istruzione tattica delle popolazioni indigene". Nel 1911 partecipò alla guerra italo-turca in Tripolitania dove acquisì una certa notorietà per aver fatto da tramite tra i comandi in Libia e quelli a Roma.
Gaetano Giardino (Montemagno 1864 - Torino 1935)
Allo scoppio della Grande Guerra venne nominato Capo di Stato Maggiore della Seconda Armata e promosso a generale. Durante la Strafexpedition fu trasferito nella pianura veneta con il compito di organizzare la Quinta Armata per poi tornare sul fronte isontino. Alla guida della 48° divisione prese parte alla conquista di Gorizia nell'agosto 1916.
Dopo una parentesi di 6 mesi come Ministro della Guerra (5 aprile 1917-30 ottobre 1917) il generale piemontese venne richiamato sul fronte nei difficili giorni post-Caporetto. Vittorio Emanuele III gli affidò la carica di vice-Capo del Comando Supremo a fianco di Pietro Badoglio (nonostante non apprezzasse né il suo collega né tantomeno il nuovo Capo, Armando Diaz). Nell'inverno del 1918 fu impegnato a Versailles come membro italiano del Comando interalleato e due mesi più tardi tornò in Italia per guidare la Quarta Armata dislocata sul Monte Grappa, il punto più delicato dell'intero fronte. Nonostante le numerose difficoltà riuscì a resistere sia durante la Battaglia del Solstizio che durante la Battaglia Finale.
Dopo la Grande Guerra la sua carriera militare terminò ed iniziò quella politica come senatore e Governatore di Fiume (1923). Nel 1926 fu nominato Maresciallo d'Italia e l'anno successivo si ritirò a vita privata, dedicando l'ultima parte della sua vita alla scrittura delle sue memorie. Morì nel novembre del 1935, due mesi dopo aver partecipato all'inaugurazione del Sacrario del Monte Grappa. Per sua stessa volontà il corpo venne tumulato in questo luogo mentre poco distante, a Bassano del Grappa, un grande monumento ne commemora la figura.