Riccardo Giusto (Udine 1895 - Drenchia 1915) fu un alpino durante la Grande Guerra. Rimasto orfano in tenera età, non poté continuare nessun tipo di studi e lavorò fin da giovane come ferroviere. Nel 1914 venne chiamato al servizio militare e divenne un alpino del Battaglione Cividale. Nel maggio del 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria e Giusto, assieme ai suoi commilitoni, venne mandato sull'altopiano del Kolovrat, al confine con l'Impero asburgico.
Alle due di notte del 24 maggio 1915 l'esercito italiano mosse i primi passi all'interno del territorio austro-ungarico. Riccardo Giusto ebbe il compito, assieme alla sua colonna, di occupare la cima del Monte Natpriciar ma un colpo di fucile sparato dai gendarmi disposti lungo il valico di Solarie lo uccise all'istante. L'alpino friulano fu così il primo caduto italiano ufficiale nella Grande Guerra.
Per questo motivo gli fu immediatamente conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Inizialmente il suo corpo venne seppellito nel piccolo cimitero di San Volfango, ai piedi dell'altopiano, e nel 1923 fu traslato all'interno del Tempio Ossario di Udine. Un monumento sul Passo Solarie ricorda ancora oggi il luogo della sua morte.
Curiosamente, per un errore amministrativo nel 1929, Giusto fu per lungo tempo conosciuto come "Riccardo di Giusto". Solo alcuni studi effettuati nel 2014 hanno permesso di scoprire la corretta identità dell'alpino udinese.