In Friuli Venezia Giulia numerose sono le cavità naturali adattate e utilizzate dalle truppe, sia italiane che imperiali, nel corso del primo conflitto mondiale. La gran parte, per la maggioranza già conosciuta dagli speleologi triestini del XIX secolo, si trova nell'area carsica, tra le province di Gorizia e Trieste dove più feroci e insistenti furono gli scontri, in quelle che sono conosciute come le “Battaglie dell'Isonzo”.
Meno note sono le grotte sfruttate dagli eserciti nell'area carnica tra Timau e il passo Monte Croce Carnico. Una di queste è la Grotta presso la Centrale di Timau, o Grotta di Timau, citata nel 1898 dal Marinelli nella sua Guida della Carnia.
Al centro di una curiosa polemica tra chi la sosteneva naturale con solamente alcune gallerie artificiali nei pressi dell'entrata e chi invece la voleva un'antica miniera di calcopirite, la cavità fu utilizzata nel corso della Prima Guerra Mondiale e poi ulteriormente riadattata militarmente negli anni '30.
La raggiungiamo, accompagnati dalla guida speleologica, seguendo un breve sentiero in salita dal paese di Timau che ci porta al di sopra del Fontanone. Le gallerie artificiali iniziali sono facilmente percorribili e molto suggestive, portando ad appostamenti, chiamati malloppi, dai quali è possibile avere una magnifica vista sulla valle sottostante.
La visita alle gallerie superiori richiede la salita (in sicurezza!) di una ripida parete, aiutati da scalini infissi nella roccia. Raggiuntone il culmine ci troviamo davanti a un vero e proprio labirinto di gallerie che talvolta si intersecano su piani diversi facendo vedere dall'alto il percorso fatto in precedenza! Ma la sorpresa è l'ampio finestrone naturale con splendida veduta verso Timau. Una bellissima avventura unica nel suo genere!
Operatore nell'ambito dello sport outdoor (sci, mtb, nordic walking, camminata sportiva), amo il Carso, dove faccio praticare le discipline che insegno in estate. Tengo corsi e allenamenti settimanali, anche individualmente e abbinandoli all'attività di massofisioterapista a fini riabilitativi.