Trieste torna a colorarsi grazie a Incanto, un'imponente mostra a cielo aperto
Se c’è una cosa che mi è mancata durante la chiusura dello scorso anno (oltre al mare, abitando in periferia) è l’andare per mostre nella mia città, Trieste.
Dopo il valzer di aperture e chiusure tra zone gialle, arancioni e rosse, in cui dovevi azzeccare la zona giusta per visitare un’esposizione, riempie il cuore poter ammirare un'esposizione a cielo aperto.
A cielo aperto, ma non solo.
Mi è capitato in questi mesi di passare davanti al Salone degli Incanti, spento e vuoto, e di chiedermi quando avrebbe ripreso vita.
I miei desideri sono stati ben presto esauditi: è stata aperta al pubblico, con “sedi distaccate in giro per la città”, questa settimana, la mostra “Incanto”.
Un’esposizione immensa e soprattutto colorata.
Capita di passeggiare per le vie della città e trovarsi davanti elefanti mastodontici che sostengono le pareti di un edificio.
Di costeggiare il Canal Grande di Ponterosso e trovarsi catapultati quasi per magia nella favola di Alice nel paese delle Meraviglie grazie a un enorme coniglio bianco.
Di trovarsi incantati a studiare rane che sembrano venirti incontro scendendo dalle pareti.
O di trovare persino un D’Annunzio squadrare dalla sua panchina un gruppo di lupi rosa che presidia la Fontana del Nettuno.
Ma molti altri sono i luoghi individuati e di cui sono diventate ospiti le creature, all’insegna della sostenibilità del riuso di materiali plastici, di Cracking Art, movimento nato nel 1993.
Un ottimo diversivo per i bambini incantati e gioiosi nell’avvicinarsi a queste creature ma anche uno stimolo nuovo e affascinante per chi si trova a girare per le vie di Trieste per la prima volta.
Quasi trentenne triestina col sogno di lavorare con minori in difficoltà. Curiosa di natura e sempre pronta a mettersi in gioco con nuove esperienze, sono appassionata di teatro e soprattutto di musical. Mi piace guardarmi in giro e partecipare alle iniziative culturali della città.