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3 ottobre 2017

Assalto al Castello di Cucagna

3 ottobre 2017
Andrea Maroè

Assalto al Castello di Cucagna

San Giacomo, oggi è San Giacomo. La giornata giusta per l’assalto al Castello di Cucagna. Saranno tutti indaffarati nei preparativi della festa. Sono appena passate le 17.00. Salgo veloce per la mulattiera, ancora perfettamente conservata. Sorpasso alcuni pellegrini che si inerpicano lenti sul  sentiero di pietra. Alla terza curva imbocco il sentiero nel bosco che permette di evitare di passare davanti alla chiesa e al Castello di Zucco. Arriverò così non visto e non atteso sotto le mura.

Ancora poche rampe in salita. I bastioni del vecchio maniero compaiono all’improvviso. Naturalmente l’ingresso principale, dove una vecchia quercia troneggia, è tutt’ora sprangato. Non attendono ancora l’arrivo di nessuno. Ma sento le voci dei preparativi per la festa rimbalzare tra le vecchie mura.  C’è una rete che circonda tutto il castello. La seguo. “Ci deve essere una postierla, tutti i castelli che si rispettino ne hanno una”. Penso fra me e me.  Infatti c’è. Proprio sul retro del castello, dove ancora i lavori per innalzare i bastioni proseguono. Con fare circospetto avanzo tra il bosco. Nessuno sugli spalti.

Osservo le impalcature grigie che servono per sollevare i massi direttamente dalla forra nel bosco mentre la torre principale si innalza verticale sopra di me. Imponente. Con i suoi vessilli che si muovono nel vento. E’ giunta l’ora dell’assalto. Mi arrampico silenzioso sulle vecchie impalcature, attento a non fare rumore e a non mettere il piede in fallo su qualche vecchia tavola marcia. Sono in cima all’impalcatura. Nessuno sembra prevedere l’attacco. Ora bisogna saltare dall’impalcatura per raggiungere le mura. Sono solo due metri di distanza. L’importante è non mancare la presa.  Un balzo. Ci sono.

Mi acquatto strisciando sui bastioni e guardo dentro le mura del castello. Nessuno sulla torre. Hanno giù ritirato le scale. Nessuno nel primo cortile interno. Forse temendo un agguato hanno volutamente abbandonato la parte ancora  “in opera” del castello e si sono rinchiusi tra le solide mura del maniero già restaurato. Il portone interno infatti è sprangato. Ma oltre si odono le voci allegre dei preparativi. Se mi arrampico sul muro posso ancora sorprenderli. Non è poi così difficile. Le vecchie pietre forniscono poderosi appigli.

In poco tempo sono in cima al secondo muro che difende la fortezza. Con uno sguardo rapido da dietro i massi che mi proteggono, riconosco alcuni dei presenti. C’è anche la Principessa. Proprio a Lei chiederò la resa. Ancora un balzo e sono sulla cima del muro, dove ora tutti possono vedermi. “Katarina von Stietencron! “ grido forte. Tutti si fermano immobili e alzano gli occhi sopra l’alto muro da dove arriva quella voce imperiosa. “Dichiaro conquistato il Castello di Cucagna!”. Tutti mi guardano, poi si girano verso Katarina che esclama “Va bene, va bene Messere”. E dopo una pausa,  con un largo sorriso aggiunge “Ora scendi e vieni ad aiutarci a preparare la festa”

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Andrea Maroè

Cerco, arrampico, misuro e difendo gli alberi più vecchi, grandi, maestosi e misteriosi del nostro pianeta, ma amo vivere i nostri boschi e la nostra splendida natura.

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