Un pomeriggio di esplorazioni dal basso Friuli al Passo Resia, intenzionati a trovare i crocus in fiore. Il percorso è stato deciso by doing. Dopo Tarcento, lasciato Ciseris, prima sosta auto, seguendo a piedi una freccia in legno. Dieci minuti di facile e pulito tracciato, tra crochi, primule, epatiche e violette, per poi addentrarci nel sottobosco, verso quello che sembrava essere un sonoro scroscio. Finalmente, ecco aprirsi davanti a noi la visione di un angolo di paradiso: una fragorosa cascata si precipitava giù da una diga su un fondo di nitido smeraldo, per continuare tra i massi bianchi a scavare il suo alveo.
Inizio percorso facile, verso la cascata Crosis
Eravamo a circa metà altezza. Alla nostra destra cadeva l’acqua del torrente Torre, che l’ingegno di Arturo Malignani, tra la fine dell’Ottocento e primo Novecento, ha sfruttato attraverso la costruzione di una diga e relativo bacino. La cascata Crosis è artificiale: con i suoi 38 metri sembra essere la più alta cascata artificiale d’Italia.
La cascata assume riflessi smeraldo
Per i fotografi è assicurato l’effetto seta . Abbiamo ripreso la strada, in auto, seguendo il Torre che tra il bianco dei massi calcarei formava cascatelle. Altra sosta per avvicinarci, più a nord, alle acque cristalline. Ci siamo divertiti a far salti come caprioli tra i sassi, a sentirci acrobati lungo passerelle di legno ben fissate. In una casupola recintata e non più utilizzata c'era una finestrella dove i viandanti avevano posato una traccia a forma di cuore.
passerelle di legno ben ancorate
Eravamo vicini al bosco misto, nell’Alta Val Torre, delimitata a nord dalla Val Resia, a est dalla Slovenia e dal comune di Taipana, a sud dai comuni di Tarcento, Nimis e pianura friulana, a ovest dalle montagne dei comuni di Gemona e Venzone. Uno scenario d’ incanto. Pochi i colori a metà marzo di quest’anno: il bianco della pietra, i bordi verdi tra gli spruzzi impetuosi, rami ed alberi stilizzati, distese di piccoli crocus a effetto lavanda fiorita.
Primule e crocus
Nei centri abitati, giardini già verdi, ben curati, qualche statua in pietra che riproduceva posizioni di relax o divertente caduta. Un buon pennello sarebbe stato gradito, un nuovo impressionismo en plein air ispirava. Il Parco Naturale RegionalePrealpi Giulie è a una trentina di km da Udine, eppure sembrava anni luce lontano dalla grande città.
Ci siamo riempiti di quel silenzio, respirando ampi spazi. Arrivati alla neve di Pian dei Ciclamini siamo ritornati verso Sedilis. In centro, dislivelli a marcia bassa in picchiata, strade più strette, la salita avventurosa sulla stretta via al Santuario della Madonna della Pace, che fas di sintinele a La pas..didut il Friul, segnal di union dai popui, che fa da sentinella alla pace di tutto il Friuli, segnale di unione dei popoli.
Un panorama esteso, un parapendio che volteggiava . A 800 metri, pace e silenzio, qualche biker e turista slow, una coppia di cani al guinzaglio. La vallata offre, leggiamo sui cartelli, occasioni per diverse discipline sportive: mtb e arrampicata, passeggiate tra i boschi, escursioni sui sentieri di montagna, percorsi circolari permanenti, per ora unici nel Friuli Venezia Giulia. Pieni di immagini ad ampio respiro, abbiamo ripreso la via del ritorno, mentre il plenilunio giocava tra i campanili sul far della sera.
Ho maturato esperienze sull’arte della tavola. Sommellier ed enogastronoma. Adoro fotografare la natura, le città d’acqua, i borghi, le antiche dimore, curiosità urbane. Mi piace raccontare di scoperte slow come di arte e cultura. Vivo in provincia di Pordenone.