Cividale del Friuli: immersione culturale con "Indian Spirit" al Parco Acrobati del Sole

Lavorando nella GDO capita, a volte, che la domenica cada di giovedì e di ritrovarsi ad assaporare piccoli morsi di libertà, anche quando si desidererebbe un pasto completo. Ricercando un posto dove “staccare la spina”, ma a portata di mano, Grado si è trasformata quasi casualmente nella risposta: il mio rifugio dove poter lasciare andare i pensieri, davanti alla vista spalancata su di un placido orizzonte.
Poco importa se siamo fuori stagione: le sue strade e gli edifici a misura d'uomo, il lento ondeggiare delle barche a vela ormeggiate nel porticciolo e il chiacchiericcio delle sartie con i gabbiani donano all'atmosfera la calma e la tranquillità dei mesi più freddi. Tutto senza per questo conferirle quell'alone di spoglia desolazione che un primo pensiero potrebbe evocare.
Certo, è ben diversa dalla sua versione estiva, quando i viali del Parco delle Rose si riempiono dei profumi e dei suoni tipici della stagione balneare, ma, sebbene offrendo un profilo diverso, riesce a regalarmi sempre dei momenti di serena felicità: affondando gli stivali nella sabbia, respirando il profumo di salsedine portato dal vento, scambiando due parole con un altro occasionale visitatore il cui cane saluta felice le piccole increspature delle onde sulla battigia.
Infine mi saluta con tramonti mozzafiato, magari mentre mi rilasso nelle vasca di una delle tante strutture aperte tutto l'anno, rigenerata da un pomeriggio inatteso e dal calore di una tisana, aspettando che la coperta della sera chiuda il ricordo di questa bella giornata.
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