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12 febbraio 2017

Il filetto di trota vince la sfida del Campanile

12 febbraio 2017
Anna Maria Ometto

Il filetto di trota vince la sfida del Campanile

10 febbraio 2017. Alla Prova del Cuoco su Rai 1 Friuli e Molise si sono sfidati, con degli chef scelti per valorizzare i prodotti di entrambi i territori. Hanno condotto il programma Federico Quaranta e Lorenzo Brachetti, mentre Antonella Clerici era impegnata con il Festival di Sanremo.

Nel paniere dei prodotti tipici friulani abbiamo trovato formaggi della latteria di Muris ed Enemonzo, caciotte, salumi di collina di Villuzza di Ragogna, cipolla rossa, musèt, radicchio Rosa di Gorizia, biscotti di Raveo e mais cinquantino, così denominato per il ciclo breve di cinquanta giorni dalla semina alla spiga. Mais tra l’altro presente prima che gli ibridi americani, a più alta resa, mandassero dal secondo dopoguerra in disuso la coltivazione. Da notare inoltre che il cinquantino friulano rispetta la biodiversità e presenta buone qualità organolettiche.

Durante la sfida Manuel Marchetti e Alessandra Negretto, squadra di cuochi friulana, hanno conquistato la pole position del Miglior Campanile, vincendo contro i rappresentanti molisani. Si presentava molto bene il primo molisano, con dei fagottini ripieni di cinghiale ricoperti di fonduta di caciocavallo, porcini e scaglie di cioccolata; Il Friuli ha però sbaragliato con la semplicità del filetto di trota salmonata con Rosa di Gorizia, cicciole di prosciutto, profumo all’aglio. Forse perché il piatto ha ricordato la tradizione di radicchio e cicciole, messe calde sulle foglie. O forse perché il ruolo da protagonista come ingrediente era quello della trota salmonata, arricchita di sapore e colore dai gamberetti di cui viene nutrita.

Chi conosce la varietà di proposte offerte al consumatore, per scelta programmerà presto una visita presso l’azienda che ha così ben difeso le abilità culinarie e comunicative della regione, tappa da abbinare alla scoperta dello stabilimento per la confezione gastronomica di prodotti a base di trota. Finirete per assaggiare estasiati un “ninin”(poco) di prosciutto nei tipici locali, ma lasciatevi guidare all’interno di uno dei numerosi stabilimenti di stagionatura del celeberrimo prodotto. Sarà un’esperienza indimenticabile, promesso. Nel complimentarci ed esultare con gli chef, possiamo fantasticare sulla prossima avventura nella bella (e buona) patria, il Friuli Venezia Giulia.

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Anna Maria Ometto

Ho maturato esperienze sull’arte della tavola. Sommellier ed enogastronoma. Adoro fotografare la natura, le città d’acqua, i borghi, le antiche dimore, curiosità urbane. Mi piace raccontare di scoperte slow come di arte e cultura. Vivo in provincia di Pordenone.

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