Dopo la prima settimana di novembre la gran parte dell'esercito si trovava ormai dietro al
linea del Piave. La situazione però era ancora molto precaria: la riva destra, dalla zona del
Montello fino alle sue foci, doveva essere completamente adattata agli scopi di una guerra difensiva in tempi molto ristretti.
Gli austro-germanici erano consapevoli di questi problemi e premettero per approfittare quanto più possibile dello sbando dell'esercito italiano. Correvano voci, sempre più insistenti, che alcuni battaglioni francesi ed inglesi stessero per giungere per dare una mano a quelli italiani. Era perciò necessario affrettare i tempi: la speranza era di riuscire a spingere gli italiani
fino all'Adige e al Mincio. L'11 novembre 1917 l'Arciduca Eugenio dispose di continuare l'avanzata ordinando alle armate provenienti dall'Isonzo di attaccare la zona del
Basso Piave puntando verso sud-ovest (
Venezia) mentre il I Corpo della Quattordicesima Armata (il
Gruppo Krauss) avrebbe dovuto attaccare tra i corsi del
Piave e del
Brenta. Contemporaneamente vennero organizzate anche delle offensive sul
Monte Grappa e sull'
Altopiano di Asiago dove però il fronte non si era mosso dopo la
Ritirata di Caporetto.
Nella zona del Medio Piave gli austro-germanici si impegnarono nel rafforzare la
testa di ponte a Vidor, a nord-ovest del Montello, ma l'operazione non riuscì. La resistenza italiana si dimostrò sorprendentemente solida e gli alleati tedeschi, dopo alcuni giorni di combattimenti, abbandonarono questa impresa. Sulla linea del Basso Piave invece gli attacchi furono molto più minacciosi: i pesanti bombardamenti presso le
Grave di Papadopoli (una zona a sud del Montello dove il letto del fiume è molto largo) costrinsero le truppe italiane a retrocedere fino a
Salettuol mentre una divisione austro-ungarica tentò il traghettamento nella zona tra
Musile e San Donà . A pochi chilometri dalla costa vennero poi installate
due teste di ponte a Capo Sile e a Cortellazzo.
I soldati italiani si trovarono in difficoltà ma riuscirono comunque a resistere in tutti i settori. Un reparto formato da alcuni reduci del fronte isontino e da Ragazzi del '99 riuscì non solo a respingere un attacco nei pressi di
Fagaré, ma addirittura a catturare un gruppo di 500 soldati austro-germanici. Seppur piccola, fu la
prima vittoria dopo Caporetto.