È il 29 giugno e oggi, all'alba di questo giorno, proprio qui, 103 anni fa, migliaia di giovani uomini italiani e austroungarici perirono sotto una delle armi peggiori inventate dall'uomo: l'arma chimica. In questo caso fu usato il fosgene, un gas composto da cloro e ossido di carbonio che, con la sua nube giallastra, portò tanta morte e dolore sulle nostre terre.
Mi trovo sul piazzale della zona monumentale del Monte del San Michele, luogo simbolo della Grande Guerra, davanti al Museo recentemente rinnovato con nuovi allestimenti multimediali. Sono una delle prime ad arrivare e mi godo l'immensa bellezza del panorama al sorgere del sole dalla terrazza che dà sull'isontino, mentre i ragazzi del coro Freevoices, chiamato a dare il proprio contributo musicale, effettuano le ultime prove.
Iniziano ad arrivare molte persone, se ne contano circa duecento: non sono l'unica che si è svegliata prima dell'alba per questo appuntamento così importante, il richiamo di una storia che deve essere ricordata.
Il modo e le diverse forme che sono state pensate per commemorare questo evento sono state azzeccate ed emozionanti: la bravura e la giovane età dei ragazzi e delle ragazze del coro rende l'esperienza ancor più profonda e commovente perché ci ricorda l'età dei giovani soldati. La narrazione storica è precisa e senza fronzoli: la storia è cruda ed è doveroso che sia raccontata in maniera altrettanto brutale affinché nessuno possa dimenticarla.
I rievocatori del Gruppo Storico Culturale I Grigioverdi del Carso ci aiutano a visualizzare l'aspetto dei soldati: le loro divise, le loro maschere antigas e la loro attrezzatura mentre la voce narrante ci guida attraverso i diari dei soldati, le loro poesie e racconti.
In circa due ore alternate da pause musicali, narrative e divulgative, passeggiamo tra i sentieri che si snodano dietro al Museo tra trincee, gallerie, monumenti e una meravigliosa terrazza dalla quale si riesce a vedere il mare.
Questo evento organizzato impeccabilmente raggiunge l'obiettivo prefissato: fondere storia e memoria in un percorso suggestivo ed emozionante. Un'esperienza consigliata a tutti affinché non si dimentichi mai quanti danni possa fare l'odio tra le genti, di ogni nazione.
Credit: Sara Bresciani e Gruppo Storico Culturale I Grigioverdi del Carso