Anni fa un amico triestino mi disse: "Trieste non è una città per cicloamatori. Ci sono troppe salite".
Forse è vero. Ma per chi come me non è allenato, esistono anche le e-bike!
Così ne ho noleggiata una a poca distanza da piazza Unità d’Italia. Mi trovo sul molo Audace. Trieste da qui sembra sdraiata sul Carso, e come un’elegante donna prende il sole mentre si gode il panorama del golfo. Mi allontano dal mare e inizio a guadagnare quota. La Ciclopedonale Cottur - disegnata su una vecchia ferrovia asburgica - mi porta dritto al cuore del Carso triestino, pedalando anche a pochissimi metri dalla linea del confine con la Slovenia. È sorprendente la rapidità con la quale si passa dal traffico del centro alla tranquillità di un paesaggio di montagna. A novembre, grazie ai suoi colori, il Carso regala il suo biglietto da visita migliore ai visitatori. Su tutti spicca il rosso del sommaco, che ricorda metaforicamente la tragedia della guerra. Grazie alla bici elettrica riesco ad assaggiare solo il miele delle salite, che mi portano a toccare, tra un’osmiza e l’altra, luoghi di interesse storico e naturalistico come le foibe di Basovizza, la Val Rosandra, la Grotta Gigante e il museo della Casa Carsica.
Dopo ogni salita c'è sempre una discesa, e quelle triestine sono spettacolari. E mentre il sole si spegne pian piano nell’Adriatico, Trieste si illumina, mostrando anche le luci di un Natale ormai vicino.
Mi chiamo Michele, ho 40 anni e vivo in FVG da quando ho 19 anni. Lavorando a turni, ho la possibilità di coltivare i miei hobby preferiti: le camminate e la mountain bike. Vi racconterò possibili esperienze in natura che la nostra regione, protetta dalle Alpi e baciata dal mare, ci offre.