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21 settembre 2019

Giornate, quelle belle. Lis Fadis

21 settembre 2019
Larisa Carniel

Giornate, quelle belle. Lis Fadis

Capita che, mentre stai facendo il #tajutchallenge con tuo marito, dopo aver fatto l’aperitivo e aver mangiato il frico a palla più buono del Friuli alla Trattoria Chiosco al Ponte di Togliano, senti la necessità di andar per le colline alla ricerca di qualche eccellenza enologica.

Capita, quindi, che nel lento vagare tra le dolci colline del Collio Orientale del Friuli, perdendoti nel mare verde e ventilato, segui l’istinto e dopo una ripida salita ti ritrovi davanti una scritta, Lis Fadis (le fate in friulano) e sulla destra “degustazione e vendita di vino”. Allora capisci che la fatica della Mitzy (come sempre dico io, auto da pianura e non da collina) non è stata casuale e decidi di varcare quel cancello! La meraviglia che già hai negli occhi si amplifica scendendo lungo il viale che porta alla cantina: agavi, edere e piante aromatiche si susseguono sui terrapieni fermati dalle rocce squadrate, ulivi e dietro ancora viti e alberi da frutto.

Parcheggiare sotto un immenso ulivo millenario davanti un casolare in pietra, un’amaca sospesa sulla collina, gustare quell’oasi di pace dove il tempo sembra sospeso, e sorprendersi avvolti da una strana magia.

Si avvicina una bella signora, Monica, sorridente e accogliente che ci chiede se abbiamo un po’ di tempo per fare il giro della cantina per poi degustare i vini, perché il vino se ne conosci la storia lo riesci ad apprezzare meglio. Si scusa con noi perché Vanilla e Alessandro, i proprietari non sono presenti, perché hanno preso un momento di riposo per potersi dedicare meglio alla vendemmia, evento tanto atteso che darà il frutto del lavoro di tutto l’anno e che comincerà tra pochi giorni. Monica ci spiega come sono disposti i vigneti, il perché i bianchi si trovino qui e i rossi là, ci fa sentire il caldo del sole e il vento leggero che sfiorano la pelle e coccolano le viti, in un incantesimo che regalerà le peculiarità al vino. Ci fa assaggiare i fichi e poi qualche acino d’uva, certo non ancora pronto ma già dolcissimo. Le parole di Monica ci incantano e intanto piano piano ci avviamo verso la cantina. Monica con tutta la sua premura mi avverte che dove ci porterà farà più freddo, mi chiede quindi se voglio indossare un golfino.

Entrando nella prima stanza, le vasche di cemento e poi la cantina del riposo, con le botti in rovere, cullano il vino, perché possa maturare e regalare quell’attimo magico di felicità che solo un vino di qualità ci può dare. Temperatura e umidità sono controllate (e io penso al golfino lasciato sulla Mitzy con molta nostalgia).

Qualche gradino ancora ed entriamo nella stanza della magia. Qui il vino è già nelle bottiglie, ben allineato o disteso a risposo, si presenta accattivante sulle mensole di legno. Ogni vino ha un nome, che potrebbe sembrare buffo, ma non ditelo forte, perché è il nome dei folletti e si sa che possono essere dispettosi! Ogni vino ha delle caratteristiche particolari così come il folletto che lo rappresenta. Ed è così che il Refosco dal Peduncolo Rosso diventa Pavar, folletto protettore della natura, dell’ecologia, vegetariano che si arrabbia con gli umani se non rispettano Madre Natura, un bel caratterino, insomma!
Saliamo nella sala della degustazione, ora che abbiamo le nozioni e le conoscenze siamo curiosi di poter assaggiare questi elisir (di giovinezza? ho scoperto l’età di Monica e penso sia plausibile).
Ci versa prima i bianchi, Friulano (che per l’amore del cielo lasciatemi chiamare Tocai!), Sauvignon (ma c’è anche il Bergul bianco e lo Chardonnay) che mi riempiono la bocca in un’esplosione di gusto. Mi ricordano l’estate, la freschezza, la brezza. Chiacchierando raccontandoci, come si può fare solo davanti a un buon bicchiere di vino il tempo passa e gli argomenti diventano più gustosi quando ci offre i rossi. E per chi mi conosce, sì, mi sono pure commossa! Assaggiamo quindi il Merlot e poi il Refosco dal Peduncolo Rosso il cui sapore mi accompagnerà fino a tarda sera.

Vedendo arrivare il gruppo ritardatario che Monica stava aspettando, siamo costretti a lasciare a malincuore Lis Fadis e Monica, certi che torneremo al più presto a reimmergerci in questo posto fatato.
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Larisa Carniel

Sono una 44enne, mamma di due ragazzi. Sono un'amante della natura e degli animali, in particolare dei cani, tant’è che ne possiedo due con i quali mi piace andare a fare lunghe passeggiate. Ho lavorato nel settore turistico e dell’accoglienza. Adoro condividere informazioni sulla mia regione, suggerendo ai turisti percorsi pensati ad hoc per loro. Ho esplorato quasi tutta la regione, che tuttavia non smette mai di sorprendermi  e farmi scoprire posti sempre nuovi.

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