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4 settembre 2017

La lunga tradizione dei fagioli: quantità e qualità

4 settembre 2017
Tiziana Fiorentino

La lunga tradizione dei fagioli: quantità e qualità

Vegetariani e non, TUTTI amano i fagioli.

“Fagiolizzata” fin da piccola con la minestra d’orzo e fagioli fumante di mia nonna, divenuta  più accattivante in gioventù, quando ti era permesso aggiungere un po’ di vino rosso alla ricetta (forse la versione veneta della famosa Jota triestina dove l’acidità viene dai crauti e non dal vino) son golosa di fagioli.

Il Friuli ne produce di ottime qualità per vocazione dei terreni e per esigenza del passato; povertà e proteine low cost  che con orzo,  patate o pasta diventano un piatto unico. Ma Quali fagioli produciamo? Dove? La mia curiosità mi ha spinto a segnare sulla carta un fantomatico “Fagiolo Tour”  che mi ha regalato gusto e spettacoli, che pur vivendo qua, non avevo visto prima.

Son partita da S. Quirino, terra dei Templari vicino casa, alla scoperta del Fagiolo Antico dove mi ha accolto uno dei pochi produttori. Ritrovarmi in quel granaio con distese di fagioli ad essiccare, ascoltare il racconto suadente ed orgoglioso di Donato che ha recuperato un seme antico tramandato dalla nonna novantenne con ottimi risultati di qualità, tanto da divenire candidato al Presidio Slow Food, non ha prezzo. È questo il viaggio per me: cultura e condivisione di passioni; tant’è che al mio rientro ho creato coi suoi fagioli una ricetta dolce, sì, la crema di fagioli dolce e tortino di pane vecchio e uvette!

Altra tappa Platischis un fagiolo antico recuperato, bello, grosso carnoso e di 50 sfumature di… viola!

Paesello delle prealpi Giulie, al confine sloveno, che ha sopportato guerra, carestie e spopolamenti. Salendo per la strettissima strada ti sembra di sentire ancora l’eco degli spari, così come in una trattoria son gelosamente esposte al soffitto le “gavette” dei soldati. Immerso nel verde e nel nulla e’ regno di produttori di agricoltura e allevamento biologici e di amanti di boschi e sentieri selvaggi o della pesca, più a valle nel Cornappo.

Da qui vado in Carnia considerata la patria dei fagioli, stop a Cavazzo Carnico col suo bellissimo lago, il Fagiolo del Santisim Tricolore non l’ho cercato, a dire il vero, perché la tentazione del bagno al lago smeraldo, assieme alle papere, è stata più forte e quindi mi immergo e socializzo con i molti campeggiatori. Proseguo in Val Pesarina per il più famoso e tipico borlotto della Carnia. Io punto Pesariis, famoso anche per essere il “Paese degli Orologi”, fagioli in ogni orto e orologi in ogni angolo, tanti e interessanti anche nel piccolo, ma piacevolissimo, museo, dove ti consegnano la mappa del paese e dei suoi strani orologi.

Da non perdere la sagra a metà settembre che si chiama “Arlois e Fasois” orologi e fagioli appunto!

I numeri del Tour

167 km. Solo andata

Fagioli mangiati: Troppi e troppo buoni

Effetti collaterali: non pervenuti

Gioia e stupore: 10  e lode

Where to stay


Tiziana Fiorentino

Sono un gatto, ho tante vite: responsabile aziendale, partecipo all'organizzazione di eventi enogastronomici, faccio il cuoco, guido la barca, faccio sport, viaggio, leggo, scrivo e sono curiosa di ascoltare e condividere. Sono appassionata di tutto ma mi concentrerò sulle mie Top Passioni che sono il Cibo, lo sport e gli slow tour.

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