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16 marzo 2017

Il mio Preval: dove natura e silenzio prevalgono

16 marzo 2017
Sabrina Pellizon

Il mio Preval: dove natura e silenzio prevalgono

Alcuni la chiamano “la Piana del Preval”, altri “la Valle del Preval”, ma per chi la frequenta regolarmente o per chi, come me, ci vive, è semplicemente “Il Preval”: un’oasi bucolica attraversata da una rete di gradevoli stradine, carrarecce poco frequentate e da percorsi ciclopedonali perfettamente inseriti nel paesaggio.

Un’armonica alternanza di zone pianeggianti ordinatamente coltivate o lasciate a prato stabile e di dolci rilievi collinari ricoperti da boschivigneti. Queste colline geologicamente appartengono al sistema collinare del Collio Goriziano e a esse spesso ci si riferisce con il termine di "Basso Collio". Ma a differenza del Collio, che è già di per sé una destinazione turistica consolidata e conosciuta, il Preval raramente viene considerato una zona naturalistica omogenea a sé stante, nonostante lo sia a tutti gli effetti.

Volendo dare una definizione storico-geologica al Preval, la possiamo definire così: una conca valliva racchiusa dai dolci rilievi del Collio goriziano e sloveno, dove il torrente Versa ha formato in passato quelle vaste paludi e quei prati umidi dei quali si racconta nei vecchi scritti, usando il nome di origine tedesca Prevali-Wiesen o Prewald.

In uno di questi documenti si legge: «Le colline di quest’avvallamento sono indubbiamente le più fertili e le più ben coltivate, sono d’esse che producono a preferenza quel tanto accreditato vino chiamato Ribolla». Siamo, infatti, nella zona dei grandi vini bianchi DOC, una terra storicamente vocata alla produzione vitivinicola.

La conca del Preval, già sede di un antico lago pleistocenico, era una zona prevalentemente paludosa e rimase tale fino agli anni Trenta del secolo scorso. Poi fu bonificata, perdendo alcune sue caratteristiche floristiche particolari (lo storico botanico austriaco Eduard Ludvik Pospicha, autore di Flora des Österreichischen Küstenlandes - Flora del Litorale austriaco – segnala l'importanza, nella zona del Preval, di «Basse torbiere subalcaline con relitti glaciali»), ma acquistando un elevato valore agricolo e paesaggistico.

Oggi, in rappresentanza dell’ex zona umida, sono rimasti soltanto alcuni specchi d’acqua conosciuti come i “laghetti del Preval” ricadenti nei comuni di Cormons, Capriva, Mossa e San Floriano del Collio e riconosciuti nel 2001 come sito di Importanza Comunitaria denominato “Palude del Preval”. È un SIC di dimensioni relativamente piccole, ma particolare poiché caratterizzato dalla presenza di zone umide in un contesto collinare. Il sito intercetta le rotte migratorie di differenti specie di uccelli che usano sostare in tale ambito durante i movimenti migratori.

La piana misura 5 km di lunghezza, 2 km di larghezza ed occupa una superficie di circa 1400 ettari. Oggi è un’area ad alto valore naturalistico e paesaggistico, dove l’agricoltura mantiene e contribuisce ad un alto livello di biodiversità.

Tre cartelloni, dislocati nei vari comuni, accolgono il visitatore, ognuno con un claim e un’immagine diversa, che ben sintetizzano l’essenza di queste terre:

Benvenuti dove la natura prevale

Benvenuti dove il silenzio prevale

Benvenuti dove la bellezza prevale

Questa cartellonistica si inserisce nel progetto di promozione turistica e marketing territoriale della provincia di Gorizia che, avviato una decina d’anni fa, si è poi arenato.

Da guida naturalistica, frequentatrice e abitante di questi luoghi, vorrei soffermarmi proprio sui tre messaggi di benvenuto e sulle foto che ne fanno da sfondo, perché sono una perfetta interpretazione e sintesi di quanto questo lembo di Collio, ancora poco conosciuto, abbia da offrire al visitatore.

Benvenuti dove il silenzio prevale

Cui fa da sfondo il primo piano di un dolcissimo capriolo. Di silenzio ne abbiamo bisogno tutti. Viviamo per lo più nel rumore e nella frenesia, ma se ci immergiamo, anche per brevi pause, nel silenzio della natura, riscopriamo che il mondo che ci circonda vive secondo un ritmo che dovremmo recuperare e non dimenticare.

Benvenuti dove la natura prevale

Cui fa da sfondo l’immagine del Santuario Santa Maria dei Popoli.  È importante saper leggere, vedere e interpretare la ricchezza della natura e del paesaggio. In ogni passeggiata in natura, possiamo trovare molto di più di quanto cerchiamo se impariamo a guardare anche con il cuore e non solo con gli occhi. La Chiesa di San Marco in Preval, ora Santa Maria Regina dei Popoli, sorge al centro della piana e nel corso della sua storia è stata punto di riferimento religioso per i paesi del Collio che si affacciavano su di essa, nonché importante luogo di pellegrinaggio mariano sin dal Medioevo.

Benvenuti dove la bellezza prevale

Cui fa da sfondo un elegante airone bianco, scelto anche come simbolo e logo del Preval. In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meravigliosamente bello, anche nei luoghi meno conosciuti, ma non sempre ci diamo il tempo per coglierne il valore e la bellezza.

Ecco quindi che natura, silenzi e bellezza dei luoghi lontani dal turismo di massa diventano l’impasto perfetto per raccontare di queste terre che hanno alle spalle un’appassionante storia ambientale e antropologica. Un passato ricco di curiosità e memorie di cui oggi ci restano documentazioni importanti, attestanti la presenza di elementi paesaggistici andati purtroppo perduti, come per esempio quattro mulini ad acqua posti lungo il corso del Versa, resti di pavimentazioni musive, resti di costruzioni palafitticole e di antichi approdi per piccole imbarcazioni.

Questo ci può dire molto su come doveva presentarsi quest’antica zona paludosa che per la sua particolare condizione climatica era habitat di piante ora scomparse in seguito agli interventi di bonifica. Tra queste, diverse specie di orchidee e piante carnivore normalmente diffuse in aree montane alpine, ma che qui riusciva a vegetare grazie al particolare microclima della conca valliva.

Un paesaggio piacevole da percorrere e ideale per chi desidera dedicarsi al turismo lento. Un dolce saliscendi attrezzato per gli amanti del trekking, delle ciclo-escursioni, delle passeggiate a cavallo o a passo d’asino. Infatti, la piana è attraversata da piste ciclo-pedonali realizzate anni fa nell'ambito del progetto “Slow Collio: un paesaggio da bere”, promosso dalla Provincia di Gorizia, intercettando anche la già esistente Ciclovia Pedemontana-del Collio FVG3 e la rinomata “Strada del Vino”.

Ci sono aree di sosta per camper e aree attrezzate con panche, tavolini e portabici, dislocate nei diversi comuni e tre diversi percorsi indicati da un’apposita segnaletica: il percorso di monte un po’ più impegnativo, il percorso di valle nel cuore della piana e il percorso dei borghi e paesi dove rimangono esempi di case rurali in pietra, con le tipiche corti interne spesso ricche di oggetti che rimandano ad antichi mestieri e stili di vita, propri del mondo contadino di un tempo.

Questo è il mio amato Preval, che ad ogni passeggiata riesce a regalarmi piccole emozioni naturalistiche: voli di gru e di oche che si annunciano con i loro richiami, dolcissimi sguardi di caprioli che attraversano campi e vigneti, l'eleganza del lento e mediato procedere di aironi e garzette nei prati, le orecchie vigili di lepri che si spingono fino ai giardini delle prime case e, non da ultimo, la vivacità degli scoiattoli che inaspettatamente attraversano il sentiero mentre mi addentro nei boschetti collinari.

Per me è un'immersione totale nella ruralità, dove i vigneti fortunatamente sono ancora un emozionante insieme di biodiversità: poiane, ghiandaie, upupe si adagiano comodamente sui pali, quasi a difendere il loro territorio da un’eventuale intrusione, mentre tra un filare e l’altro il sole illumina le colorate fioriture spontanee risparmiate dall’uso di pesticidi.  Sul fare della sera, accesi tramonti mi invitano a un’ultima passeggiata in compagnia dei variegati canti e i richiami dell'avifauna campestre.

Fortunatamente, in questo lembo di Collio, il rapporto dell'uomo con la terra è ancora genuino, nella consapevolezza che, dietro ai grandi vini, esiste un paesaggio storico e culturale prima ancora che naturalistico. Come scrive Emilio Rigatti nel suo libro Gli alchimisti delle colline: «Chi leggerà queste pagine farà bene ad affrettarsi a visitare e a trascorrere qualche giorno in questo fazzoletto di terra, che emana una placida bellezza nella parte agricola […]. Mi rivolgo specialmente ai camminatori e ai ciclisti, perché il piede e il pedale sono i mezzi perfetti per assaporare fino in fondo il Preval ».

Una terra di confine il mio Preval, da assaporare ora senza più confini e dogane, che ben si presterebbe a diventare una destinazione turistica di comunità, che unisca l’elemento esperienziale e la sostenibilità con l’accoglienza da parte, non solo degli operatori turistici, ma anche della comunità locale, la vera anima di un luogo.

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Sabrina Pellizon

La mia esperienza nel mondo incoming nasce come tour leader per poi evolversi in Guida Naturalistica/Ambientale Escursionistica regionale.

La natura, i paesaggi, le tradizioni, i borghi ed i piccoli musei territoriali sono la mia passione e mi hanno portato nell’arco degli ultimi anni a collaborare con alcune realtà per la promozione di una forma di eco-turismo.

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