Nicolò Blasi
Cividale del Friuli: immersione culturale con "Indian Spirit" al Parco Acrobati del Sole
20set2023
CREATOR STORIES
Ci troviamo all'inizio della bellissima SP 83 dei quattro venti. Una zona che amo molto perché tranquilla e lontana dal traffico, ideale quindi per delle passeggiate o giri in bicicletta. Resto sempre colpito dalla bellezza di questa casa ogni volta che passo di qui, e anche se ormai avrò decine di foto, continuo a fotografarla. Mi son sempre chiesto come fosse al suo interno, e quindi non mi sono lasciato scappare l'occasione giusta per visitarla, ovvero Castelli Aperti.
Per me è stato come fare un viaggio nel tempo. Accompagnato dai padroni di casa Maurizio e Cristina, Conti d'Arcano Grattoni, ho potuto finalmente ammirare i meravigliosi interni della casa, ricchi di storia e cultura. È stato molto affascinante ascoltare i racconti di famiglia direttamente dai discendenti dei protagonisti. Vicende che si perdono nei secoli, dal tempo dei longobardi ai giorni nostri. Storie di fantasmi e decapitazioni, a metà strada tra leggenda e storia. Gli interni sono molto curati e ricchi di mobilio e oggetti di ogni epoca. Dalla cucina al soggiorno, all'angolo della musica, (con alcuni antichi strumenti come un flauto ed un violino), alla fantastica libreria con volumi molto datati e preziosi. Preso dall'entusiasmo, mi metto a fotografare qualsiasi cosa, suscitando la curiosità del piccolo padrone di casa, che accompagna i genitori e che mi guarda perplesso, come a volermi dire: "Ma cosa ci trovi di bello a fotografare casa mia?"
Al piano terra una volta si trovava un locale adibito a prigione. Infatti i proprietari del feudo avevano anche il compito di occuparsi della giustizia per i signori dell'epoca, con facoltà di eseguire pene corporali fino alla morte, che poteva avvenire per impiccagione, decapitazione o nei casi più gravi squartamento. Esistono aneddoti riguardanti alcuni reperti storici, risalenti ad oltre duemila anni fa e ai tempi delle crociate. Come ad esempio, un frammento della croce sulla quale morì Gesù. Un pezzo di lino sporco di sangue, comparso in un'ostia che Maurizio d'Arcano spezzò nel 1758. A seguito dell'episodio, convinto che si trattasse di un messaggio del Signore, l'antenato di famiglia rimase talmente colpito che intraprese gli studi per diventare sacerdote, nonostante fino ad allora avesse avuto una vita tutt'altro che monastica. Entrambi i reperti sono conservati gelosamente nella cappella di famiglia dedicata a San Niccolò. La piccola chiesetta fa parte dello storico edificio e al suo interno vi riposano molti componenti della nobile famiglia. Find out about the ideas and offers for this experience in Friuli Venezia Giulia
Anna Cum
Anna Venuti
Claudia Piol