
“Say cheese!” sull'Altopiano del Montasio

Cosa fare quando si ha poco tempo, la bora soffia e si è dalle parti di Duino? Facile, si va a vedere uno dei posti più belli della zona, raggiungibile solo con una piccola e manovriera imbarcazione come il kayak: le foci del Timavo. Questo fiume “misterioso” nasce in Slovenia, sul Monte Nevoso, e dopo aver percorso un lungo tratto sotterraneo riemerge a San Giovanni di Duino, a meno di 2 km dal mare. Il fatto che per molti anni non si conoscesse il suo percorso, gli ha dato un’aura di mistero che tuttora permane.
Entro quindi in kayak e, partendo dallo scivolo in cemento, “squero” per gli addetti ai lavori, inizio a pagaiare tra le barche ormeggiate in direzione del Castello di Duino e della Dama bianca, un sasso che la leggenda narra essere una principessa pietrificata.
All’uscita del canale, eseguo una virata a destra di 180°, rivolgendo la prua verso nord. Inizio così a risalire il fiume. Tra i canneti si possono sentire e vedere, gli “abitanti” del posto, garzette, germani reali, cigni, bisce d’acqua e persino delle tartarughe.
Dopo un’altra svolta a destra, prima della cartiera e dopo aver lasciato le ultime barche dei pescatori ormeggiate assieme alle loro reti, si arriva a un accesso seminascosto dalla vegetazione che ci fa entrare in un tunnel verde di alberi ed arbusti. Alcuni rami posti sotto la superficie sembrano quasi delle braccia che ci vogliano afferrare.
Al termine del corridoio lo spazio si apre e finalmente si arriva alla meta, il punto in cui l’acqua del fiume, dopo circa 40 km di percorso sotterraneo, riemerge in superficie limpida e fredda come sgorgasse dalla sorgente. Il paesaggio è reso ancora più mistico dalla chiesa gotica di San Giovanni in Tuba. L’ Indiana Jones che è dentro ognuno di noi non potrebbe essere più felice.
Dopo alcune pagaiate, per giocare con la corrente, è già ora di rientrare attraverso la stessa strada. Chissà cosa si potrà ancora vedere nella prossima avventura.