Lungo i due chilometri di salita che portano alla cima del Monte Calvario è possibile intravedere, prestando una certa attenzione tra la vegetazione, alcune trincee scavate dai militari nel corso della guerra. La più evidente è proprio quella che si trova sulla strada sterrata in vetta, costruita dal 24° Reparto Zappatori dopo l'agosto 1916.
Lasciata l'automobile sullo spiazzo, si prosegue a piedi e dopo 5 minuti si incontra il il Cippo dedicato ai Volontari Giuliani caduti su questa altura. Sui quattro lati sono stati incisi i nomi di questi soldati italiani, considerati disertori dall'Austria-Ungheria, che nel 1915 vennero decimati in un assalto contro le difese asburgiche.
Proseguendo si arriva dopo pochi minuti all'Obelisco del Monte Calvario, preceduto lungo il sentiero da cinque cippi dedicati ai Volontari Trentini, ai caduti delle Brigata Casale e Pavia, a due battaglioni dei Carabinieri ed ai Volontari Giuliani caduti sul Carso. L'Obelisco fu edificato già nel 1920 con pietre estratte dalle cave carsiche e posizionato in cima ad una piccola scalinata. Su ogni lato della base sono poste le epigrafi in memoria dei caduti dei vari reparti che hanno tentato di conquistare il Calvario nel primo anno e mezzo di guerra.
Alle spalle di questo secondo monumento parte un sentiero alberato che in 5 minuti conduce alla cima vera e propria del Monte Calvario dove si apre un meraviglioso panorama sulla città . Qui sono visibili le Tre Croci che rappresentano il Golgota nel momento del calvario. La corrispondente di guerra austriaca Alice Schalek narra come prima della guerra qui sorgesse una chiesa con all'esterno tre croci. I bombardamenti italiani la distrussero e i suoi ruderi furono incorporati nel sistema trincerato austro-ungarico. L'edificio sacro non venne mai più ricostruito, mentre le Tre Croci sono state ricollocate dopo la fine della Grande Guerra.