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17 giugno 2020

Pesariis il paese degli orologi

17 giugno 2020
Daniela Radovan

Pesariis il paese degli orologi

Io sono quella “lenta”: quella che chiude la fila, che si attarda a immortalare, di schiena, il passo di chi la precede mentre si avvia a raggiungere la meta. Quella che gli amici cercano alle loro spalle, che li raggiunge con il fiatone, sorridendo per ciò che ha visto e per i ricordi che ha impresso: nello spirito e nella memory card dei suoi fedeli dispositivi. Conoscere i luoghi richiede il suo tempo e proprio qui, in Val Pesarina - la valle del tempo, “tempo” è ciò che ci vuole. Solo così si possono cogliere la bellezza e la poesia  degli orologi monumentali che Pesariis rivela fra le strette viuzze; solo così è possibile udire il canto sommesso della pietra delle case. Nonostante la pioggia: un ritmo scandito da goccia, passo e secondi che scivolano via, come l'acqua sui petali dei fiori abbarbicati alle costruzioni. Piove, ma non per questo qui è meno bello, anzi, forse c'è ancor più poesia, nelle strade silenziose e nel fuoco di un camino che si intravede crepitare dallo scorcio di una finestra. Piove, ma attendi comunque la melodia del carillon antistante alla chiesa: mentre suona, poco distante, c'è chi segue con la voce il canto delle sue undici campane. Ci vuol tempo per assaporare il vino e la buona tavola: profumi di ricette tradizionali, che parlano di asparagi, polenta e radicchio di montagna. Solo se trovi il tempo per ascoltare, puoi scoprire dagli abitanti del posto che le rose che ti hanno accompagnato nel tuo girovagare per il paese, con il naso all'insù, sono il dono di un trevigiano che ha fatto di queste pietre la sua dimora, trovando casa anche alla sua creatività.
Lo spazio di un giorno di festa, la promessa di ritornare quanto prima per visitare il Museo dell'orologeria,  e il progetto di  dedicarsi alla risistemazione di un sentiero in mezzo alla natura: il pregiato quadrante di momenti preziosi, circondati da orologi, senza domandarsi mai che ore sono.

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Daniela Radovan

Nata a Trieste, diplomata all'Istituto D'Arte, nel 2004 mi sono trasferita, restando comunque in Friuli Venezia Giulia, lasciando l'impiego presso il Teatro Stabile La Contrada. Lavoro nella GDO, ma le mie passioni sono rimaste il mondo della cultura e della scoperta del territorio, che esprimo scrivendo e cantando in un coro gospel.

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