Vernasso - Frana sottomarina (Eocene)
L’ex cava di mara (dismessa dall’Italcementi alla fine degli anni ottanta del Novecento) è un sito di circa 60 ettari, sul versante orientale del monte dei Bovi, composto da una paleofrana che risale all'Eocene, cioè a circa 50 milioni di anni fa.
A cavallo tra l’età Mesozoica e quella Cenozoica avvenne la grande estinzione che coinvolse i Dinosauri, le Ammoniti e tante altre forme di vita. Contemporaneamente, con il progressivo avvicinamento delle placche, si stava anche chiudendo il grande Oceano della Tetide: nei punti di scontro delle placche si formarono catene montuose come le Alpi Orientali e le Dinaridi, che interessano questo luogo. Mentre le montagne si alzavano venivano erose dagli agenti atmosferici, sulla scarpata continentale si formarono grandi frane sotto marine e i depositi colmarono un bacino marino profondo, il Bacino Giulio (o Sloveno): questi depositi sono presenti qui, nelle Prealpi Giulie, da Tarcento fino a Cividale, e oltre. Il Flysch più antico, con grossi strati (banchi o megabanchi) spessi decine di metri, è caratterizzato da corpi di frana sottomarina. I due più estesi sono quello del monte Joanaz (con 130 metri di spessore) e quello di Vernasso, la più grande frana sottomarina fossile (olistostroma) conosciuta, che supera i 250 metri di spessore. Questi banchi caratterizzano il paesaggio attorno ai monti Bernadia, Joanaz e Matajur.
L’accesso alla cava è interdetto, ma i fronti della cava sono ben visibili anche dalla strada che da Sanguarzo porta a Vernasso.
(Testi, raccolta e selezione immagini di Manuela Castagnara Codeluppi)
Archivio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Servizio geologico
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