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Chiusaforte


Storia

Probabilmente di origini celtiche, Chiusaforte ha conosciuto un importante sviluppo in epoca romana e successivamente sotto il dominio di Venezia, quando venne ampliata la struttura fortificata al fine di proteggere l’abitato da possibili invasioni turche. 
 
Dopo le guerre tra la Serenissima e l'Impero asburgico e il conseguente declino della Repubblica Veneta, la fortezza perse il suo interesse strategico e venne abbattuta dal governo di Vienna. 
 
Nei primi anni del 1900 a valle dell'abitato di Villanova, venne costruito un forte corazzato che, durante la Prima Guerra Mondiale, rallentò le truppe nemiche austro-ungariche senza però poterne arrestare l’avanzata.

Architettura

A Chiusaforte e nei suoi dintorni sorgono importanti elementi storici ed architettonici: Casa Della Mea, costruita secondo i moduli tipici dell'architettura carnica; l'ottocentesca Casa Fontebasso e il coevo ex albergo Pesamosca; le settecentesche Casa Pesamosca e la residenza signorile detta Casa Zannier situate nell'antico borgo di Campolaro; infine a Villanova Casa Revelant, Casa D'Olif e Casa Samoncini.

In località Patocco, nel cuore della Val Raccolana, a 800 metri di altitudine si può godere di una vista panoramica sull'intera valle.  Tra gli edifici religiosi meritano di attenzione la chiesetta votiva in località Raunis e quella alle pendici della catena del monte Canin (m. 1850) dedicata ai caduti di tutte le guerre.

Numerose sono le testimonianze del primo conflitto mondiale: a sud, visibile dalla strada statale, c’è il Forte di colle Badin; mentre nella zona di Sella Nevea lungo la catena del Canin e l'altopiano del Montasio si trovano numerosi resti di mulattiere, trincee, baraccamenti e rifugi, ora oggetto di recupero e valorizzazione.

Territorio

Il territorio del comune di Chiusaforte confina con il lago del Predil dopo il passo di Sella Nevea e si estende lungo la Valle del Fella e del torrente Raccolana per circa 100 kmq con un’altitudine che varia dai 370 metri del fondovalle ai 2753 metri dello Jof di Montasio.

Le rocce di queste montagne sono composte principalmente da dolomia e calcare, che danno origine a frequenti fenomeni di carsismo, all’erosione delle acque e alla formazione di cavità naturali profonde fin oltre 900 metri. Proprio qui si trova la cavità naturale più grande d’Italia con una estensione superiore a 100 kmq.

La vegetazione fino ai 1600 metri di quota è molto ricca ed è composta da faggio, abete bianco, abete rosso, larici, carpini per poi lasciare spazio alle praterie d'alta quota e agli ambienti rocciosi. Tra le specie vegetali di pregio spiccano gigli, genziane, orchidee, papaveri, rododendri e naturalmente la stella alpina.

Anche la fauna è numerosa con ungulati alpini (stambecco, camoscio, cervo, cinghiali), rapaci (aquila, gufo, sparviero e grifoni di passo) e tetraonidi (gallo cedrone e forcello, pernice). Negli ultimi anni sono state segnalate le presenze dell'orso e della lince. Popolati anche i fiumi e torrenti, ricchi di trote, temoli, salmerini alpini e gamberi di fiume.

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