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L'Italia a Trieste

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Più ad est la sera del 2 novembre, dopo un combattimento all'altezza del fiume Meduna, vennero occupate Maniago e Travesio mentre la mattina del giorno successivo le prime avanguardie italiane giunsero sulle rive del Tagliamento a Pinzano, Spilimbergo e Bonzicco. Lo squadrone di cavalleria "Savoia" alle 13.30 raggiunse Udine che già da alcune ore si era ribellata all'occupazione austro-ungarica. Nel corso della giornata anche gli altri reparti dell'esercito raggiunsero il Tagliamento ed iniziarono ad attraversarlo puntando verso le Carnia, le Alpi Giulie, le colline e la pianura friulana.

Ma il 3 novembre 1918 fu un giorno veramente speciale nella storia del giovane Regno d'Italia: alle 16.30, il cacciatorpediniere Audace apparve all'orizzonte ed attraccò sul Molo San Carlo (ribattezzato poi proprio Molo Audace), di fronte a Piazza Grande (l'odierna Piazza Unità). Fu la prima nave italiana ad arrivare a Trieste, abbandonata dal governatore austro-ungarico già da due giorni.
In mezzo ad una folla entusiasta il generale Petitti di Roreto scese dalla nave e, in nome di Vittorio Emanuele III, prese possesso della città.
Con molto meno entusiasmo vennero accolte invece le navi che qualche giorno dopo salparono da Venezia verso le città di Pola, Sebenico, Valona e Cattaro, in Montenegro. Solamente a Zara la popolazione non mostrò aperta ostilità per i nuovi arrivati. L'occupazione di Fiume (17 novembre) invece fu il primo passo verso una situazione che nei mesi successivi provocò tensioni molto pesanti tra Italia e gli altri paesi dell'Intesa.
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