Il borgo è situato vicino al torrente Cornappo, in posizione isolata. Durante i domini patriarcale e veneto, il borgo era amministrato dai signori Brazzà Cergneu. Oggi è ancora caratterizzato da un’edilizia tradizionale (secoli XVIII-XIX): edifici con ballatoio ligneo e loggia, che si elevano per due piani più il granaio, con pilastri in pietra nella facciata principale, a sorreggere gli impalcati lignei con le rastrelliere.
Due pilasti in pietra situati vicini alla vasca d’acqua, nel centro dell’abitato, sono ciò che rimane di una tipica costruzione a loggia danneggiata dal terremoto del 1976.
La grotta Vigant, conosciuta come Olobigniza (piccola bocca), si apre a 540 m. s.l.m., con un maestoso portale posto ai piedi di una parete calcarea, al termine di una valle chiusa su terreni eocenici.
La grotta era nota fin dal secolo scorso, ma mentre la parte iniziale venne facilmente esplorata all’inizio del secolo, il fondo dell’abisso Vigant fu raggiunto solamente nel 1949, per le difficoltà collegate alla presenza di una serie di pozzi verticali (di cui uno profondo 80 metri) e dalla penuria di materiali speleologici. Nel 1965 fu poi forzato il lungo sifone che collega le due grotte, rendendo unico lo spazio ipogeo.
Le ricerche eseguite durante il biennio 1977-78 hanno permesso di scoprire nuovi rami secondari, aumentando ancora la superficie ipogea oltre i 1.700 metri.
Accessibilità: dalle prime case del borgo parte un sentiero che in breve porta all’ingresso della grotta.
(Testi, raccolta e selezione immagini di Manuela Castagnara Codeluppi)
 
                    
                            
         
 
            ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC
 
 
            ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC
 
 
            ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC
 
 
            ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC