Incastonata, come una gemma preziosa, in quella striscia di terra fra l’Adriatico e il Carso, Trieste mi accoglie in un soleggiato weekend di dicembre, l’ultimo prima del Natale.
Non è la mia prima volta in città ma tornarci, specie in un periodo così speciale, mi ha permesso di assaporarne un fascino differente, come se il centro storico – grazie ai 24 abeti addobbati di Piazza Unità d’Italia, alle luminarie e ai mercatini di Natale – fosse avvolto da un’aura dorata di magia, quella che fa brillare gli occhi e scalda il cuore, sia a grandi che a piccini.
Ed è proprio dalla sua splendida Piazza, la più grande d’Europa affacciata sul mare, che comincia il mio tour del capoluogo, una delle città più cosmopolite d’Italia, ancora oggi straordinario melting pot di lingue, popoli e tradizioni che, armoniosamente, si rispecchiano nelle mille sfaccettature della sua anima, mediterranea e mitteleuropea allo stesso tempo.
Partecipando a un’interessante visita guidata a piedi, di quelle incluse nella mia FVG card, scopro qualcosa di più su ogni singolo edificio che sancisce il perimetro della piazza, con il naso all’insù, a caccia di dettagli e particolarità.
Elegante e raffinata, essa ospita la Fontana dei Quattro Continenti e include il Palazzo del Governo, il Palazzo delle Generali, del Lloyd triestino e il celeberrimo Caffè degli Specchi, sosta obbligatorio per una colazione, un pranzo o una merenda pomeridiana con vista d’eccezione sul Golfo di Trieste.
Accompagnata della guida, supero poi l’arco al di sotto del Palazzo del Municipio e mi incammino lungo le vie di quello che un tempo era il ghetto ebraico. Testimonianza tangibile di una nota storia passata, il quartiere conserva tutt’oggi uno spirito peculiare, particolarmente evidente nelle numerose vetrine di antiquari e botteghe di libri usati.
Alle sue spalle, incontro il teatro romano, antica eredità dell’Impero, mentre, poco più in là, verso la salita che porta al Colle di San Giusto, mi trovo dinnanzi alla facciata della Chiesa di Santa Maria Maggiore, un esempio – anche se non lampante – del barocco a Trieste.
Ci vogliono poi scarpe particolarmente comode e tanta voglia di camminare per raggiungere il Castello di San Giusto, risalente al XV secolo ed eretto per volontà di Federico III, dopo l’annessione autonoma della città all’Impero Austroungarico.
La fatica del percorso viene però decisamente ripagata dalla bellissima vista che si gode da lassù, sui tetti della città e sul blu dell’Adriatico.
Ma uno dei miei scorci preferiti in assoluto lo immortala a Ponterosso, a pochi passi dalla statua di James Joyce, posta nel 2004. E’ qui, infatti, che, a una certa ora, i palazzi storici che costeggiano il canale si specchiano perfettamente nelle sue acque, creando un gioco di riflessi e geometrie semplicemente pazzesco.
Da non perdere, anche una bella passeggiata lungo il Molo Audace, per ammirare Trieste da un’altra prospettiva nonché una capatina al Salone degli Incanti, per scoprire le interessanti esposizioni in corso.
Io, non perdo l’occasione di visitare la mostra Videogames, inclusa nell’offerta “Trieste ti regala le grandi mostre” grazie alla quale, prenotando 2 notti negli hotel convenzionati, si possono ricevere gratuitamente i biglietti per gli eventi in programma.
L’immagine che porto nel cuore?
Probabilmente quella scattata alla sera, quando il buio cala sulla città e Piazza Unità d’Italia s’accende, delle luci che ne delineano gli edifici e di quelle degli alberi di Natale che, in questo particolare periodo, la rendono ancor più brillante.
Come un quadro, una cartolina, con cui saluto “La piccola Vienna sul mare”, sicura che ci rivedremo presto.