Antonio Salieri è un uomo pio e generoso, un musicista stimato e famoso, ma Dio ha scelto di far sentire la sua voce nel mondo attraverso quella di un ragazzo scapestrato e irriverente: Wolfgang Amadeus Mozart.
Peter Shaffer inventa un ‘capriccio’ allucinato e sontuoso, un apologo che parla dell’invidia, ma anche dell’ammirazione mista a sgomento che ci prende al cospetto di un genio che supera i confini laboriosi e prevedibili del talento.
La scena è un salone che il delirio di Salieri trasforma in labirinto. Il ritratto di un passato non più ricomponibile attraverso la ragione, dal quale i personaggi emergono come marionette, vestite dagli abiti di un ‘700 immaginario creato da Antonio Marras, sullo sfondo delle proiezioni fantasmagoriche di una lanterna magica.
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