Borgo rurale Cicigolis/Scigla
Il toponimo Cicigolis (in sloveno Scigla) è di derivazione incerta, forse dal latino ciciculus, cicicula o dallo sloveno cigla, per indicare un particolare tipo di vitigno.
Il borgo, citato nel 1411 in un documento riguardante la Banca di Antro, sorge su un terrazzo che si apre sul fiume Natisone a circa 200 metri dalla riva, con struttura compatta di abitazioni e rustici. Al centro del paese si allarga una piazzetta delimitata da una schiera di grandi edifici che prospettano con i portici e le logge sullo slargo, sull'altro lato una cortina di edifici più bassi posti a semicerchio, fa da sfondo allo spazio aperto: l’area pubblica del borgo, dove si svolgevano le attività per la comunità.
La struttura edilizia ha conservato i caratteri dell'architettura tradizionale e alcuni edifici restaurati hanno valore storico e culturale. La lunga e articolata schiera all'ingresso del paese esibisce costruzioni databili al XVIII secolo, con una parte centrale più antica. Le unità abitative hanno ingressi al piano terra, scale e ballatoi che distribuiscono ai vani dei piani superi. I ballatoi offrono eleganti dettagli: tavole in castagno con intarsi traforati che ritmano l'attacco del corrimano, oppure listelli verticali staccati dal pavimento con una fascia di elementi diagonali che formano un intreccio a rombi.
A nord-ovest ci sono nove edifici sparsi (kasoni), utilizzati durante l'alpeggio, o come fienili e abitazioni temporanee, con muratura di pietra, solai in legno e tetto in coppi.
(Testi, raccolta e selezione immagini di Manuela Castagnara Codeluppi)
ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC
ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC
ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC
ph. Giorgio Bianchi, Archivio MCC