Il
Monte Fortin, con la visuale aperta sul
Collio e i suoi splendidi vigneti, ormai famosi a livello internazionale, in direzione di
Gorizia che dista circa otto chilometri, unitamente ai monti
Sabotino, Calvario, San Michele e alle alture del Carso, durante la Prima guerra mondiale, fu considerato punto difensivo e strategico di notevole importanza.
Testimonianza di questo sono anche
le gallerie cannoniere costruite nelle sue profondità interamente in marna-arenaria nel 1915 dall’esercito italiano. Lo spostamento del fronte, tuttavia, a seguito della
Sesta Battaglia dell’Isonzo, lasciò rapidamente inutilizzata la struttura contribuendo così alla sua conservazione.
Il complesso è stato realizzato scavando nella friabile pietra arenaria della montagna ed ha avuto la necessità di essere rinforzato da gettate di calcestruzzo che garantiscono la tenuta della volta. La struttura consta di due gallerie d’accesso che collegano i due lati della montagna (est-ovest), intersecate da una galleria principale (da nord a sud). Lungo quest’ultimo tunnel ci sono
nove bocche da fuoco (una ostruita) affacciate rispettivamente tre verso Gorizia, tre alla confluenza tra i fiumi Vipacco ed Isonzo e tre verso il Monte S. Michele. Le bocche da fuoco sono a loro volta rinforzate da accessi in cemento armato che avrebbero consentito ai soldati riparati all’interno una buona protezione da colpi di artiglieria avversari.
All’esterno, al di sopra della bocca numero 3, si trova l’osservatorio da cui erano date le direttive di tiro, ora inaccessibile. All’esterno dell’ingresso posteriore n.1 erano posizionate
tre vasche di raccolta per l’approvvigionamento idrico. All’entrata delle gallerie, è stato posizionato, per volontà e impegno della proprietà dell’azienda vitivinicola Tenuta Villanova, in occasione del centenario della Grande Guerra, un monumento alla pace intitolato “Numquam in bello” del Maestro Luigi Voltolina, che rappresenta due soldati nell’atto di stringersi la mano, in piedi sopra ai resti di armi spezzate.