Svetozar Borojevic von Bojna (Umetic 1856 - Klagenfurt 1920) fu un generale austro-ungarico durante la Grande Guerra. Nato in un piccolo paese croato al confine con la Bosnia, iniziò sin da bambino la carriera militare che lo portò all'Accademia di Graz. Fu un ottimo studente e, completati i corsi, venne inviato a presidiare il confine croato. Prese parte nel 1878 alla conquista della Bosnia-Erzegovina e nei decenni successivi la sua carriera proseguì brillantemente tanto da diventare nel 1904 generale e ricevere un titolo nobiliare ungherese (da qui la seconda parte del suo nome, von Bojna).
Svetozar Borojevic von Bojna (Umetic 1856 - Klagenfurt 1920)
Nell'estate del 1914 l'Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia scatenando così la Grande Guerra in Europa. Borojevic fu impegnato sul fronte orientale dapprima alla guida del 6° Corpo d'Armata e successivamente (settembre 1914) come generale della Terza Armata. Il 25 maggio 1915 fu trasferito sul nuovo fronte italiano alla guida della Quinta Armata, dislocata lungo il corso del fiume Isonzo. Si distinse come uno dei migliori generali dell'intero Impero asburgico: nei due anni e mezzo successivi respinse tutti gli assalti italiani e organizzò la vittoriosa Dodicesima Battaglia dell'Isonzo che permise all'esercito austro-ungarico di avanzare fino al Piave. I soldati al suo comando e la stampa nazionale lo esaltarono tanto da soprannominarlo il "Leone dell'Isonzo" mentre i militari croati lo chiamavano "Naš Sveto" (il Nostro Sveto).
Nel febbraio 1918 fu nominato Feldmaresciallo e diresse la sua armata lungo il nuovo fronte del Piave, dal Montello fino al Mare Adriatico. Cercò invano di sfondare il fronte nella Battaglia del Solstizio e, nonostante tutte le difficoltà, resistette per quasi una settimana alla fine di ottobre (Battaglia Finale). Con la dissoluzione dell'Impero austro-ungarico, Borojevic si dimise dall'esercito e decise di aderire al neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. La sua presenza però non fu gradita in quanto ex generale degli Asburgo e quindi si ritirò in Austria, dove morì l'anno seguente con una pensione minima.